Indicare in Silvio Berlusconi il fondatore del populismo italiano, come spesso capita di leggere e sentire, è un pochino comodo e sbrigativo. Quando Berlusconi diffuse la videocassetta dell’esordio alla politica (“L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà”), di populismo nell’accezione più puntuale – la mitizzazione del popolo come portatore di valori sani e onesti traditi da un’élite di loschi borseggiatori – era già stato diffuso a peso di manette nel biennio precedente, e con successo senza precedenti. Continua sull’Huffington Post