Nello Musumeci rischia di rimanere appiedato, fermo ai blocchi di partenza, se il tavolo nazionale dei leader del centrodestra dovesse decidere che è un presidente “divisivo”. Ma tutti gli assessori del suo governo sono in fibrillazione. Impegnati del disbrigo pratiche che, da qui a fine legislatura, potrà confermare le loro velleità in vista dell’appuntamento con le Regionali d’autunno. Esaurito l’effetto dell’ultima Finanziaria ‘lacrime e sangue’, che ha concesso pochissimo alla fantasia, la macchina elettorale procede comunque spedita. L’ha detto lo stesso Musumeci, durante la conferenza stampa di giovedì: “Io non mi dimetto, ho un impegno col popolo siciliano che ho assunto cinque anni fa, e fino all’ultimo giorno servirò la mia Regione e il popolo siciliano nei suoi legittimi interessi, rimanendo con la schiena dritta e la stessa integrità morale e lo stesso entusiasmo del primo giorno”. E ancora: “Andrò in giro per la Sicilia a programmare, aprire cantieri e inaugurare nuove opere”. Segno che una speranziella c’è ancora. Per tutti.

Ruggero Razza ha colto la palla al balzo ed è pronto a firmare, nei prossimi giorni, il rinnovo contrattuale per alcune centinaia di medici che prestano servizio – in regime di convenzione – sulle ambulanze siciliane. Il pacchetto vale 12 milioni di euro, che serviranno a riconoscere ai professionisti un’indennità aggiuntiva del 10% (pari a 600 euro al mese). Dopo aver consentito alle Asp, in ordine sparso e in base al fabbisogno, di rinnovare fino a fine anno i contratti Covid in scadenza il 31 marzo, compreso quello degli amministrativi (per una platea di circa 9 mila persone), l’assessore non ha alcuna intenzione di perdere tempo. Un altro provvedimento, di cui si è già dibattuto in passato e che aveva provocato una frattura con l’Ars e con Forza Italia, riguarda la riforma dell’assistenza domiciliare integrata per anziani, disabili e malati cronici. Le grandi cooperative potranno iscriversi a un albo regionale, secondo il sistema dell’accreditamento (come avviene per i laboratori privati e le case di cura) ed essere selezionati direttamente dall’utente finale, che sceglierà da chi farsi curare.  Questa riforma vale circa 400 milioni e prevede alcune centinaia di assunzioni.

Ma non c’è soltanto Razza. Tutti gli assessori fanno a gara per mettersi in mostra. Il Pd ha promesso di mandare le carte alla Procura dopo aver scoperto dell’iniziativa di Marco Falcone, apprezzata dalla giunta alla vigilia delle Amministrative, che stanzia 213 milioni di fondi europei (Fsc – Coesione e Sviluppo) per una serie di interventi a macchia di leopardo (124 per l’esattezza) in vari comuni siciliani. Senza alcun avviso pubblico. Una nefandezza secondo Anthony Barbagallo, segretario dem: “Basti guardare i 9 comuni della sola provincia di Catania, che i suoi scagnozzi elettorali nel territorio stanno già pubblicizzando e portando come trofei. Per essere ancora più espliciti e chiari: il tema non è – diceva il segretario del Pd – di quale colore è il sindaco che amministra il comune, ma il consenso che si sposta con questa promessa di finanziamento, a quattro giorni dal voto, in favore del candidato sindaco sostenuto dall’assessore Falcone”. “L’onorevole Barbagallo se ne faccia una ragione – era stata la replica di Falcone -. Alla tracotanza tipica di una certa parte politica, noi rispondiamo con la gioia del buongoverno”.

Gioia che ha portato, il 16 giugno scorso, all’approvazione di un’altra delibera di giunta che contiene un’altra, corposa voce di spesa: un piano da 33 milioni per il potenziamento dei porti turistici di Malfa, Linosa, Lampedusa, Filicudi, Mazara, Marsala, Mondello, San Leone, Stromboli, Panarea, Pozzallo e Castelvetrano. Si tratta, in realtà, di una rimodulazione di risorse dettata da una specifica esigenza: servono 900 mila euro per il trasporto in discarica della posidonia stoccata a Castelvetrano. Tecnicismi. Che però non nascondono il valore (economico ed elettorale) di un provvedimento concepito da tempo. L’universo infrastrutture, checché ne dicano Ficarra e Picone, è sempre molto operativo. La Regione mette i soldi persino sulle strade provinciali, che non sono di sua competenza: lo stesso Falcone, il primo giugno, ha annunciato un investimento da 20 milioni per il rifacimento di un paio di arterie: la Castel di Lucio-Gangi e la Gangi-San Mauro Castelverde. Mentre i lavori per il nuovo terminal container del porto di Augusta, e quelli per il rifiorimento della mantellata della diga foranea del porto di Catania, costeranno nel complesso 250 milioni. Ai nastri di partenza anche gli interventi per garantire l’approvvigionamento idrico e rendere più efficienti le reti di distribuzione irrigua nel territorio della Piana di Catania e in tutta l’Isola, per quasi 20 milioni di euro.

Ma in piena attività sono anche altri assessorati. A partire da quello alla Formazione professionale, dove si è insediato da poco Alessandro Aricò (in quota Diventerà Bellissima). La definizione della graduatoria dell’Avviso 8, muoverà risorse per 12 milioni, utili a finanziare altri 21 progetti (proposti da sedici enti di formazione) mirati al rafforzamento dell’occupabilità in Sicilia. Altri 136 milioni serviranno finanziare i corsi tradizionali. Mentre è pronto a spiccare il volo, come scrive il Giornale di Sicilia, anche il progetto Esodo “che concederà al personale espulso dalla Formazione professionale e dagli sportelli di orientamento al lavoro (5 mila persone) la possibilità di frequentare corsi di riqualificazione percependo un sussidio di poco inferiore al reddito di cittadinanza”. Un bel bocconcino. In tema di riqualificazione si sta muovendo anche l’assessore al Lavoro, Antonio Scavone, che già si sfrega le mani al pensiero di mettere in circolazione i 94 milioni previsti dal piano GOL, con cui si prevede di intercettare e gestire oltre 64 mila fra disoccupati e precari, cui sarà offerta una possibilità di formazione e riqualificazione, attraverso corsi dedicati, stage e tirocini. Per le attività preliminari di profilazione Scavone ha chiesto di poter attingere ai navigator.

Tra gli ultimissimi provvedimenti ce n’è uno da 60 milioni che riguarda le materie di competenza dell’assessore Toni Scilla. Il governo ha varato contributi per 25 milioni da destinare agli allevatori e produttori zootecnici di latte ovino e bovino; e ancora 25 milioni dei fondi per l’emergenza Covid a supporto degli agricoltori a fronte dei canoni irrigui dell’annualità 2020-21; e, infine, altri 10 milioni di euro come misure compensative per sostenere il mondo della pesca. Inoltre, il dipartimento regionale dell’Agricoltura ha pubblicato un apposito bando del Programma di sviluppo rurale (Psr) Sicilia 2014-2022 con un plafond di 400 mila euro per sostenere le imprese e le associazioni di agricoltori nell’ottenere la certificazione di qualità dei prodotti agroalimentari. Le domande potranno essere presentate dal 4 luglio all’8 agosto.

Ma il grande attivismo della Regione riguarda anche la Legge sull’Editoria. Il bando che permette la sopravvivenza di siti e giornali, affidato all’Irfis, non verrà pubblicato prima della fine del mese (in netto ritardo sulla tabella di marcia). I soldi alle testate, di conseguenza, verranno liquidati non prima di settembre, in piena campagna elettorale. Ma nel frattempo Musumeci ha avuto modo di spiegare anche i ritardi di un altro bando, da 1,5 milioni, che riguarda i piccoli librai indipendenti. L’iter si era bloccato a causa di un impedimento sollevato dal Comitato di Sorveglianza, a cui sembra che l’ufficio di Gabinetto e il dipartimento Beni culturali siano riusciti ad ovviare: “Ricevo rassicurazioni tali che mi consentono di dire che entro luglio, fatti i dovuti passaggi e l’accertamento dei capitoli in entrata e uscita, si possa procedere con il mandato e la pubblicazione dell’avviso online per i richiedenti del contributo”, ha detto Musumeci. Si tratta di soldi che vorrebbero, nelle intenzioni, ristorare i piccoli editori indipendenti per le perdite subite durante il lockdown.

Tutti arruolati per la campagna elettorale, insomma. Non mancherà di recitare un ruolo da protagonista anche l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, che attende con ansia lo sblocco di tutte le misure previste dall’ultima Finanziaria, fin qui congelate in attesa di concludere l’ennesimo accordo con lo Stato, che dovrebbe liberare i 650 milioni rimasti in sospeso. Mentre il collega Marco Zambuto ha pregato l’Aran, l’agenzia che si occupa di negoziazione per conto della Regione, di limare il testo che riguarda il rinnovo del contratto del comparto non dirigenziale (sono stati stanziati 54 milioni ed è previsto un aumento da 80 a 120 euro al mese). Fra mille polemiche, sia ben chiaro: dal momento che i sindacati autonomi, che controllano il 60% circa della platea, protestano per la mancata riclassificazione del personale. Ma in questa fase va bene tutto. Anche le briciole…