“La perdita delle risorse per il miglioramento della gestione delle risorse idriche è solo colpa di improvvisazione, mancanza di competenze tecniche e di una regia del governo della Regione siciliana disattenta. Il grande spreco di risorse del Pnrr da parte dell’agricoltura siciliana e la disastrata gestione delle sue risorse irrigue non sono una ‘vendetta’ politica alla Sicilia. Il presidente Musumeci e la sua giunta si assumano le loro evidenti responsabilità”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo che, dopo aver “reso nota” la bocciatura dei 31 progetti per migliorare la gestione delle risorse idriche in Sicilia, torna sull’argomento dopo il solito “scarica barile” da parte della Regione.

Che di debacle da parte della Regione si tratti lo ha confermato anche Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – l’Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari, che che rappresenta e tutela in tutta Italia i consorzi irrigui – indicando la causa: “Bisognava rispettare 23 requisiti sui quali eravamo tutti d’accordo, compresa la Regione Siciliana che li ha votati e approvati in Conferenza Stato-Regioni. Ebbene, quei criteri in Sicilia non sono stati rispettati”.

“Le risorse del PNRR non sono peraltro risorse ordinarie ma – afferma Cleo Li Calzi, responsabile del dipartimento regionale PNRR del PD Sicilia – devono rispondere a precisi criteri. Questi erano stati condivisi con le Regioni in data 23 giugno 2021, quando su iniziativa del MIPAF è stata organizzata una specifica iniziativa volta a far conoscere a tutti i soggetti beneficiari, le modalità di utilizzo delle risorse destinate al finanziamento degli investimenti nel settore delle infrastrutture irrigue messe a disposizione dal PNRR. Successivamente, il 25 giugno 2021, i criteri di scelta proposti sono stati trasmessi alle Regioni e Province autonome per la preventiva condivisione. E quindi con Decreto n. 299915 del 30 giugno 2021, recepite le pertinenti osservazioni delle Regioni e Province autonome, sono stati approvati i criteri di ammissibilità e i criteri di selezione degli interventi da selezionare all’interno della Banca dati DANIA candidabili al finanziamento a valere sui fondi del PNRR”.

I fondi non sono destinati ai consorzi irrigui ma hanno come finalità il miglioramento dell’efficienza delle pratiche irrigue, la riduzione dei costi e l’incremento della redditività delle imprese gestori. Sono stati presentati in Italia progetti esecutivi avanzati per 1 miliardo. In Sicilia sono stati completamente ignorati i criteri (condivisi dalla Conferenza Stato-Regioni, e previamente presentati a tutti gli enti proponenti, cioè i Consorzi di bonifica, le Autorità di distretto, le Regioni e le Province autonome).

A giugno – e successivamente – nessuna nota è mai partita dalla Regione Siciliana per dissentire già da giugno sui criteri. Scaricare, come ha fatto e continua a fare il Governo regionale, le colpe su Roma è soltanto l’ennesimo tentativo di gettare fumo negli occhi. “Delle due l’una: o a giugno hanno ignorato la comunicazione del MIPAF – dice Barbagallo – o hanno approvato ignorando di non essere pronti a presentare una progettualità ad essi rispondente”.

“Etichettare quindi il tutto cercando il colpevole nella malaburocrazia – prosegue Barbagallo – è riduttivo, in una Regione in cui non c’è nessuna visione progettuale e i consorzi sono abbandonati alla gestione commissariale che per legge deve garantire la gestione ordinaria. Mentre tocca al governo regionale assumersi la responsabilità di una strategia. E in assenza di questa, la bocciatura dei progetti nel PNRR era inevitabile. Lo diciamo da tempo, il PNRR è un’opportunità ma – conclude Barbagallo – solo se c’è una vera assunzione di responsabilità politica”.