C’erano una volta i professionisti dell’antimafia. C’era Leoluca Orlando che troneggiava su Palermo e c’era Giuseppe Lumia che imperava alla Regione come spalla di Rosario Crocetta. Insieme agli amici e ai compagni formavano un sistema di potere che ha retto per oltre vent’anni. Oggi non contano più nulla. O quasi. Ma la politica continua a proporre altri nomi e altri miti come esempio di legalità e buongoverno. Forza Italia rilancia Caterina Chinnici, figlia del giudice assassinato nel ’82; Cateno De Luca imbarca il capitano Ultimo, l’eroe che nel ’93 catturò Totò Riina; i grillini puntano su Antoci, in prima fila contro i boss dei Nebrodi; Carlo Calenda ripesca Sonia Alfano, figlia del cronista ucciso trentuno anni fa a Barcellona. Ma è la politica che ha ancora bisogno dell’antimafia o è l’antimafia che cerca di accucciarsi nel ventre molle della politica?