Il gup di Palermo Lorenzo Jannelli ha rinviato al 14 gennaio e poi al 20 marzo l’udienza preliminare a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver negato l’approdo a Lampedusa alla nave della ong spagnola Open Arms con a bordo 147 migranti soccorsi in mare. Il leader della Lega era presente all’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Il gup ha ammesso le richieste della difesa e tutte le istanze di costituzione di parte civile (sono 18: alcuni dei profughi trattenuti a bordo, il comandante della Open Arms, il capo missione della ong catalana e diverse associazioni).

Secondo la tesi della difesa di Salvini, sostenuta dall’avvocato Giulia Bongiorno, Open Arms avrebbe agito di sua iniziativa, al di fuori delle regole sul soccorso in mare, nel tentativo di far entrare in Italia migranti irregolari. Per tale ragione, sin da subito, l’Italia le avrebbe vietato l’ingresso nelle acque territoriali. L’Italia, per i legali, non era né Stato di primo contatto né Stato coordinatore, non avendo mai assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso. Inoltre i minori giunti in prossimità delle acque italiane erano stati fatti sbarcare.

Altro punto su cui la difesa insiste è che il comandante della Nave Open Arms ha sempre avuto numerose alternative. Ad esempio, l’1 agosto, dopo il primo trasbordo, era a meno di tre giorni di navigazione dalla Spagna dove si sarebbe potuto dirigere. Perché ha insistito per voler sbarcare in Italia?, si chiede la Bongiorno. La gestione della vicenda, inoltre, avrebbe costituito attuazione della linea di Governo condivisa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai ministri competenti, secondo quanto concordato nel “Contratto per il governo del cambiamento” sottoscritto dalle forze di maggioranza dell’epoca. Tale linea prevedeva il raggiungimento di un accordo di redistribuzione dei migranti tra gli Stati membri dell’Unione europea come fase essenziale per il successivo sbarco. (Ansa)

Salvini e Bongiorno dopo l’udienza

La prima giornata di Salvini a Palermo

L’incontro con Micciché

Ieri Salvini è atterrato a Punta Raisi intorno alle 10.30. Prima puntata in via D’Amelio per la commemorazione di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, uccisi da un’autobomba il 19 luglio del ’92. Sul luogo dell’eccidio, di fronte a tanti giornalisti, Salvini ha indossato una mascherina con il volto del magistrato (un dono dell’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà) che ha suscitato polemica. “M5s e Pd mi criticano sempre. Se qualcuno riesce a fare polemica anche su una figura eroica come quella di Paolo Borsellino e sulla lotta alla mafia vuol dire che è fuori dalla storia”, ha commentato l’ex vicepremier. Il plotone della Lega, in tarda mattinata, ha raggiunto palazzo dei Normanni per un incontro col presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, e col gruppo parlamentare al gran completo: c’erano pure il segretario regionale del Carroccio, Nino Minardo e il suo vice Anastasio Carrà. Nel pomeriggio summit con Musumeci: i due hanno visitato insieme l’albergo delle Povere.

Salvini, nel corso della giornata, ha spiegato che “voglio un centrodestra compatto. Conto su un’indicazione leghista per la prossima presidenza della Regione, stiamo crescendo in termini di iscritti. La Lega sarà protagonista delle prossime scelte, cosa che 3-4 anni fa non fu perché non eravamo la Lega che siamo oggi. A Palermo? Sarebbe molto bello esprimere un candidato se non scelto, almeno condiviso dalla Lega. Orlando è bravo a parlare, meno a fare”.

Siglato il sodalizio Lega-Autonomisti

“Un incontro proficuo e, soprattutto, concreto. E’ la sintesi migliore per definire quello di oggi a Palazzo dei Normanni, alla presenza del Vicepresidente dell’ARS, Roberto Di Mauro, con i parlamentari del gruppo Lega: Antonio Catalfamo, Vincenzo Figuccia e Orazio Ragusa, e del gruppo degli Autonomisti: Totó Lentini e Giuseppe Compagnone, gli assessori Alberto Samonà e Antonio Scavone e il nostro Segretario federale Matteo Salvini”. Lo scrive in una nota il segretario regionale del partito di Salvini, Nino Minardo. Abbiamo rimarcato la filosofia del patto federativo – continua il comunicato -: Autonomisti e Lega hanno un timing di priorità per l’Isola e il nostro è un ‘Patto’ che include chi le condivide, incide su di esse e impatta le politiche europee, nazionali e regionali, con al centro l’oggi e il domani della Sicilia e dei Siciliani. La Sicilia vuole risposte concrete da Roma, a partire dal tema scottante dei rifiuti nucleari”.