Il palermitano Nino Cartabellotta, suo malgrado, è diventato uno dei protagonisti di questa lunga, infinita pandemia. Alla pari dei numerosi virologi che affollano i saloni televisivi. A differenza del dottor Bassetti, però, non ha ancora avuto accesso ai canali del gossip. Come si legge sul suo sito internet, Cartabellotta è autore di oltre 400 pubblicazioni, coordinatore scientifico delle traduzioni italiane delle linee guida per il reporting della ricerca e delle sintesi delle linee guida NICE (il National Institute of Health and Clinical Excellence), direttore responsabile di Evidence, rivista metodologica open access in italiano, editorialista del Sole 24 Ore Sanità e collaboratore di numerose riviste scientifiche e sanitarie.

L’attività del gastroenterologo, classe ’65, una laurea in Medicina e Chirurgia, è legata alla fondazione Gimbe. La sua fondazione. Che dal 1996, citiamo testualmente, promuove “l’integrazione delle migliori evidenze scientifiche in tutte le decisioni politiche, manageriali, professionali che riguardano la salute delle persone”. Oggi, in pratica, dà i numeri. Ci dice ogni settimana il numero delle persone vaccinate, analizza con dovizia di particolari la curva epidemiologica, è in contatto costante coi media per dare contezza delle proprie scoperte. Detta ai governi i temi dell’agenda sanitaria.

Lo stesso Cartabellotta, fratello di Dario, capo del dipartimento Agricoltura alla Regione, ieri ha sussurrato l’ultima verità: “Abbiamo poco più di 140mila positivi e “solo” 4.100 ricoverati e 500 in intensiva. Rispetto alle ondate precedenti, a parità di casi positivi, abbiamo meno persone in ospedale e questo si deve all’efficacia della campagna vaccinale che ha coperto una buona parte della popolazione”. Cartabellotta è un pro Vax convinto. E non potrebbe essere altrimenti, secondo un’inchiesta pubblicata su ‘La Verità’. “I media – scrive nel suo pezzo Alessandro Rico – continuerebbero a presentarci quelle ricerche e quelle indicazioni di policy come oro colato, se la gente leggesse che Gimbe ha collaborato con i produttori dei vaccini anti-Covid?”. Dall’ufficio stampa, però, specificano che la fondazione “non riceve alcun finanziamento”. Si tratta per lo più di “corrispettivi da parte di organizzazioni pubbliche e private per l’erogazione di servizi di formazione e advisorship”. Negli elenchi aggiornati al 2018 e 2019 compaiono Asl e atenei vari. E’ escluso, invece, l’intervento diretto dei vari AstraZeneca, Pfizer o Janssen, sebbene sia facilissimo rinvenire i loro nomi sulla pagina web dedicata alle ‘Fonti di finanziamento’.

Resta il dubbio se questi finanziamenti ci siano stati oppure no. Nella prima ipotesi, ovviamente, verrebbe meno la caratteristica di cui la fondazione si fregia: quella di essere “indipendente”. Gimbe, al contrario, diverrebbe uno dei tanti pianeti nella galassia dei vaccini. Che non significa – per forza – agire in nome e per conto di chi li produce, ma magari non prendere troppo sul serio questioni ‘alternative’ o ‘complementari’ come le terapie domiciliari. Ieri Cartabellotta se l’è presa coi loro sostenitori, giacché gli insulti e le manifestazioni di piazza non sono supportate da “adeguati studi clinici”. Un’altra questione che al presidente di Gimbe non piace è la proroga del Green Pass da 9 a 12 mesi, che servirebbe solo a “coprire il buco temporale aspettando il via libera alla terza dose”. In questa complicata pandemia, probabilmente, non esistono verità assolute. Ma quasi certamente esistono verità, o mezze verità, “indotte”. Che meriterebbero come ogni cosa una lettura critica.