Anche stavolta la Democrazia Cristiana resta a guardare. Più che nei confronti del partito, però, quella del centrodestra sembra una forma d’ostracismo ad personam: verso Totò Cuffaro. L’ex governatore siciliano, tornato sulla cresta dell’onda grazie al buon risultato ottenuto alle ultime Amministrative, rimarrà fuori dal primo vertice di coalizione per decidere sul prossimo candidato a sindaco di Palermo. Il summit, inizialmente previsto per venerdì all’Assemblea regionale, si terrà lunedì nella sede palermitana della Lega, in via Garzilli. Cuffaro, che pensava di mandare il proprio vice (Pippo Enea) dovrà aspettare almeno un giro.

Dal Carroccio, infatti, fanno sapere che il mancato invito non è nulla di personale. Sarebbe una questione di metodo: parteciperanno “tutti i simboli che fanno parte dell’attuale coalizione di governo” alla Regione. Oltre al Carroccio, anche Forza Italia, Fratelli d’Italia, Diventerà Bellissima, Udc, Cantiere Popolare e Autonomisti. Il sospetto è che proprio da parte degli Autonomisti sia arrivato l’altolà alla presenza del segretario regionale della Dc. All’indomani del primo turno delle Amministrative, il frontman dell’ex Mpa, Roberto Di Mauro, aveva derubricato il partito di Cuffaro a una semplice lista civica: “La Democrazia Cristiana non esiste più”.

Non è il primo né l’ultimo segnale di “guerra” nei confronti dell’ex governatore, che era stato escluso dal patto dei Paccheri per la formazione del nuovo centro (patto, poi, naufragato). Mentre nei giorni scorsi, sollecitato dalla stampa, era stato Edy Tamajo, da poco federato con Forza Italia, ad aver smentito di aver mai incontrato Cuffaro per la creazione di un polo centrista. In quell’occasione Totò ebbe da ridire: “Leggo dalla stampa che l’On. Tamajo “non mi ha mai incontrato”. Ha ragione. Da responsabile di un partito parlo con i responsabili di partito. Tra l’altro avrei qualche difficoltà a capire in quale partito stia oggi l’On. Tamajo”.

Saputa della sua esclusione dal vertice di lunedì attraverso i giornali, l’ex presidente ha replicato con garbo: “Apprendo da una giornalista, cosa molto irrituale, che la DC non è invitata alla riunione del centrodestra. Il nostro è un partito umile ed educato, non va dove non è invitato. Amiamo la riflessione, ma non abbiamo la vocazione alla clausura. Troveremo altra compagnia con cui incontrarci”. L’ex presidente della Regione continua a sentire puzza di bruciato: “Il nostro è un partito che coltiva l’elettorato nello stesso orticello dei partiti centristi. Non ci vogliono perché la Dc è competitiva – ha dichiarato a Repubblica -. L’altro motivo potrebbe essere che non vogliono me, per le mie vicende passate. Io non lo posso escludere, sono sincero”. E ancora: “A Palermo faremo la lista, esprimeremo una nostra candidatura, possibilmente donna, e parteciperemo chiedendo a chi vuole di stare con noi”. Il centrodestra rischia ancora una volta di spaccarsi? “Ma nessuno dica che a spaccarlo è stato Cuffaro. Io non sono stato invitato e non ci vado”.

La Lega: “Stupiti dalla decisione. Il centrodestra sia inclusivo”

“Siamo stupiti dalle parole di quanti, prima ancora di dire cosa vogliono fare per Palermo e la Sicilia, cominciano a mettere paletti rispetto a coloro con cui vogliono farlo e al perimetro entro cui farlo. In questo senso leggiamo con stupore che qualcuno dei possibili alleati non sarebbe stato invitato, come la DC”. Lo dichiarano i deputati regionali della Lega Marianna Caronia, Carmelo Pullara, Luca Sammartino e Giovanni Cafeo con la deputata europea Annalisa Tardino e il capogruppo al Consiglio comunale di Palermo Igor Gelarda. ” – proseguono – Siamo certi si sia trattato di un disguido. Diversamente, per parte nostra non possiamo che essere in disaccordo rispetto a tale scelta, perché, come ricordato da Matteo Salvini, il nostro punto di partenza e riferimento è il centrodestra insieme a tutti i partiti e movimenti che ai suoi princìpi si ispirano. Siamo certi che si porrà rimedio a questo che speriamo sia solo un disguido, confermando la scelta di un centrodestra inclusivo. Inoltre, abbiamo già detto e scritto che prima di parlare di nomi e squadre dobbiamo parlare di fatti e programmi. Saranno questi a determinare le aggregazioni per le prossime elezioni e non appunto i tentativi di creare o innalzare steccati”.

La nota dei neoleghisti, però, è sintomo di un malessere anche dentro il Carroccio. A sera è Nino Minardo, il segretario regionale, a mettere le cose in chiaro: “Credo che i firmatari di questa nota abbiano preso un abbaglio e siano caduti loro in un disguido. Se avessero chiamato gli avrei spiegato come stavano le cose e, lo dico come ammonizione, li invito ad evitare questo tipo di uscite che danneggiano il centrodestra e l’immagine del nostro partito”. Su Cuffaro: “Nessuna esclusione o preclusione per nessuno. Quello di lunedì è semplicemente un tavolo provinciale dei partiti di centrodestra che in questo momento sostengono il governo Musumeci e che si riuniranno per cominciare un lavoro in vista delle amministrative di Palermo. E’ solo il primo di una serie di incontri che, ovviamente e successivamente, saranno allargati anche ad altri movimenti politici che oggi non sono presenti in Assemblea”.