Quasi tutti eletti i “paracadutati”, ad eccezione di Bobo Craxi. Con poche sezioni rimaste da scrutinare, il centrodestra – in Sicilia – si aggiudica la sfida dei collegi uninominali ma, a causa della rimonta prepotente dei Cinque Stelle, non ottiene il cappotto sperato. A Palermo, sia alla Camera che al Senato, i grillini fanno sentire la propria voce eleggendo Davide Aiello e Dolores Bevilacqua. Quest’ultima, debuttante, supera il leghista Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione italiana ciechi. Aiello, invece, vince il testa a testa con l’uscente Gabriella Giammanco, di Forza Italia.

Le altre sorprese riguardano i due collegi del Messinese. Al Senato è Dafne Musolino, già assessore di Cateno De Luca, a precedere di un soffio Carmela Bucalo, candidata di Fratelli d’Italia, con quasi il 30% delle preferenze (e duemila voti di scarto). Nell’omonimo collegio alla Camera, invece, Francesco Gallo (attuale vicesindaco di Messina), si lascia alle spalle Matilde Siracusano, altro esponente di rilievo di Forza Italia (ripescata, però, al proporzionale). ‘Sud chiama Nord’ di De Luca ottiene un buon risultato anche nel Catanese, ma l’ex sindaco di Messina, nel collegio UO4 del Senato deve cedere a Nello Musumeci, che viene eletto a Palazzo Madama con il 37% circa.

Tra i volti noti della politica siciliana avanza Saverio Romano, che torna a Montecitorio aggiudicandosi il collegio di Bagheria. Carolina Varchi (FdI) rischia ma ce la farà contro il grillino, ex socialista, Aldo Penna a Palermo-Monreale. Il segretario regionale della Lega, Nino Minardo, vince la sua sfida a Ragusa e viene confermato alla Camera. Via libera anche per Valeria Sudano, compagna del deputato regionale Luca Sammartino, e per Francesco Ciancitto, fidatissimo di Ignazio La Russa. Approda in parlamento anche l’ex sindaco di Avola, Luca Cannata, così come Tommaso Calderone, capogruppo uscente di Forza Italia all’Ars. Mentre al Senato ottengono il via libera Raoul Russo a Marsala e Salvo Sallemi a Siracusa, entrambi FdI.

La nota più ghiotta riguarda però i paracadutati. Nonostante le zero presenze nell’Isola, la quasi moglie di Berlusconi, Marta Fascina, viene eletta alla Camera nel collegio di Marsala, superando la concorrenza di Vita Martinciglio (M5s) e Antonio Ferrante (Pd). Domina, a Gela, Michela Vittoria Brambilla, altra ‘catapultata’ di lusso (animalista in quota FI). Al Senato, sempre a Gela, ai aggiudica la sfida Stefania Craxi, figlia di Bettino, con oltre il 37% dei consensi. Il fratello Bobo, candidato nell’uninominale per la Camera a Palermo, invece è fuori.

Ultima postilla: ad Agrigento, alla Camera, è stato eletto Calogero Pisano, candidato di Fratelli d’Italia che non più tardi di una settimana fa era stato sospeso “con effetto immediato” da tutti gli incarichi di partito per aver inneggiato sui social a Putin e Hitler (i post risalivano al 2014). La decisione era giunta dopo le proteste, fra le altre, della comunità ebraica di Roma.

Primi verdetti anche nei collegi plurinominali: l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, candidata al Senato, a sorpresa esce di scena. La candidata di Forza Italia, dopo 28 anni trascorsi ininterrottamente in Parlamento, non potrà sedere tra gli scranni di Palazzo Madama. Eletta dal 1994 alla Camera, poi nel 2001 nominata ministro per le Pari opportunità, e nel 2008 ministro dell’Ambiente. Il suo partito l’aveva candidata alla presidenza della Regione, ma dopo il tweet contrario di Giorgia Meloni, il suo nome era stato abbandonato a favore del collega di partito Renato Schifani. Eletti, invece, Davide Faraone e Giuseppe Provenzano (con Anthony Barbagallo). Un seggio al Senato anche per Gianfranco Micciché (che però potrebbe rinunciare per rimanere a Palermo). Approfittando dell’elezione di Musumeci e Bucalo (eletta al proporzionale in Sicilia occidentale dopo il ko all’uninominale di Messina-Enna), dovrebbe essere ripescato anche l’ex sindaco di Catania, Salvo Pogliese.