In quattro anni hanno avuto tutto. Due presidenze del Consiglio e la presidenza della Camera, il ministero degli Esteri e anche quello dell’Agricoltura, il governo dell’Inps e quello della terza rete Rai, deputati a valanga e senatori in abbondanza. Hanno dominato nelle commissioni e negli incarichi di sottogoverno, dall’Eni alle Ferrovie fino alla Cassa Depositi e Prestiti. Hanno gestito persino, senza badare a spese, i miliardi della pandemia. Da domani non avranno più nulla. Tutto azzerato. Nelle elezioni del 2018 avevano conquistato il 32 per cento dei voti ma ieri hanno dimezzato il patrimonio. Con un risicato 15 per cento e la vittoria del centrodestra, saranno un gruppo parlamentare d’opposizione e nulla più. Eppure esultano e cantano vittoria. Giuseppe Conte sorride e parla di rimonta. Costruitegli, per favore, un arco del trionfo. Anche di cartapesta.