Passano giorni, mesi e anni incolonnati nella via che conduce ad Arcore, nella villa di Silvio Berlusconi; o sulla strada che porta a Sant’Ambrogio, in quel di Cefalù, dove si trova la campagna di Gianfranco Miccichè, leader siciliano di Forza Italia e membro della maggioranza che regge la giunta regionale di Nello Musumeci. Cercano tutti un posticino nel paradiso dorato del sottogoverno, dove trovano potere, benefit, macchina e autista. Poi, quando agguantano la presidenza o l’incarico di amministratore delegato, si travestono immediatamente da padreterni, insensibili a ogni istanza e a ogni suggerimento. Prima mostrano insuperabili doti di leccaculismo e poi diventano degli azzeccagarbugli. Uno di questi, Marcello Caruso, presidente della Sas, è stato beccato da Miccichè con le mani nella marmellata del nullismo. Ed è stato scaricato in tronco. Viva Miccichè.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Quei campioni del leccaculismo
forza italiagianfranco miccichèmarcello caruso
-
Articoli Correlati
-
Tra Lupo e la Chinnici
un conto da regolareNell’estate del 2022 Giuseppe Lupo voleva tornare all’Assemblea regionale dove, per cinque anni, aveva ricoperto…
-
Beate le anime belle
dalle prediche zoppeBeate le anime belle che si strappano le vesti davanti alle violenze e alle pacchianate…
-
Quel doppio regalo
di Tajani alla ChinniciIl presidente della Regione, Renato Schifani – fervente berlusconiano, va da sé – si è…