Passano giorni, mesi e anni incolonnati nella via che conduce ad Arcore, nella villa di Silvio Berlusconi; o sulla strada che porta a Sant’Ambrogio, in quel di Cefalù, dove si trova la campagna di Gianfranco Miccichè, leader siciliano di Forza Italia e membro della maggioranza che regge la giunta regionale di Nello Musumeci. Cercano tutti un posticino nel paradiso dorato del sottogoverno, dove trovano potere, benefit, macchina e autista. Poi, quando agguantano la presidenza o l’incarico di amministratore delegato, si travestono immediatamente da padreterni, insensibili a ogni istanza e a ogni suggerimento. Prima mostrano insuperabili doti di leccaculismo e poi diventano degli azzeccagarbugli. Uno di questi, Marcello Caruso, presidente della Sas, è stato beccato da Miccichè con le mani nella marmellata del nullismo. Ed è stato scaricato in tronco. Viva Miccichè.