Impossibile pretendere un raccolto abbondante quando la semina è avvenuta su un terreno arido. D’altronde se il terreno fosse stato fecondo, al governo della Regione ci sarebbe ancora Crocetta (o Micari in alternativa). Il pizzico di fastidio con cui Nello Musumeci e la sua squadra hanno accolto il sondaggio pubblicato dal quotidiano “La Sicilia” – che vede solo il 27% dei siciliani disposti a riconfermare il proprio voto per il governatore in carica – è lenito dalla consapevolezza di un lavoro incessante che, spiega Giusy Savarino, presidente della commissione Territorio e Ambiente all’Ars, “toglie tempo alla comunicazione”.

Che il governo lavori bene o male non è dato capirlo, e ognuno si sarà fatto la propria idea. Ma quello che emerge è il disamoramento dei siciliani nei confronti di una classe politica “percepita” come incapace di risolvere i problemi e lontana dalla realtà. Dal giudizio critico non sono immuni neanche le opposizioni che, nonostante un giudizio pesante sul groppone, hanno tentato di cogliere la palla al balzo e rilanciare le accuse. Savarino di fronte ai numeri si schermisce e prova a mettere in campo le argomentazioni: “Non credo che ci troviamo di fronte a una delle società di sondaggi più accreditate in Italia (la Keix Data for Knowledge). Piuttosto che ai dati di un sondaggista che non conosco, e che normalmente si occupa di altro, mi fido più del giudizio delle persone. Quando vado sul territorio, sento che la gente apprezza il presidente Musumeci”.

Perché dai numeri non emerge?

“La gente vorrebbe risposte immediate, certe. Ma quando gli si spiega che il lavoro che si sta facendo, o che è stato fatto, punta molto sulla programmazione, sul coprire le lacune che ci hanno lasciato gli altri, allora capisce”.

Vi si contesta il fatto di aver trascurato riforme importanti.

“Prenda il caso della mia Commissione. Ho visto approvare l’Autorità di Bacino, che mancava alla Sicilia da oltre vent’anni. Visti i disastri provocati dalle alluvioni, sarà uno strumento fondamentale per la valutazione dei bacini, dei depuratori, degli alvei dei fiumi. E anche per la pianificazione delle nostre risorse. L’assenza di un coordinamento ha portato alla devastazione che tutti conosciamo. Un altro disegno di legge è quello sui rifiuti, un provvedimento organico che mette ordine e dà una prospettiva politica a un sistema che è stato regolato dal caos. E che dire della formazione professionale: era ferma da anni ed è ripartita”.

A sentire Lei, sembra che tutto giri alla perfezione…

“Dico solo che stiamo facendo un lavoro difficile e non sempre intuibile, ma che a breve darà i suoi frutti. La gente comprende benissimo e resta in fiduciosa attesa”.

Ogni amministratore si lamenta di chi l’ha preceduto. Quali sarebbero le macerie ereditate dal governo Crocetta?

“Prenda la questione dei fondi europei: quando siamo arrivati al governo, risultavano certificati 7 milioni di spesa, ed entro il 31 dicembre dovremmo spenderne 740. Ora stiamo sbloccando finanziamenti su tutti gli assi. Ad esempio, i bandi sull’agricoltura erano farraginosi e hanno dato adito a tantissimi ricorsi. Stiamo tentando di snellire le pratiche e fornire indicazioni utili. Una delle novità sarà quella di affidarsi a un ente esterno che acceleri i processi di pagamento nei confronti dei nostri agricoltori: in Sicilia, a differenza di molte altre regioni, i soldi arrivano a distanza di 3 o 4 anni”.

Questo è un caso specifico. Esistono altri esempi?

“Abbiamo trovato una Regione incapace di esercitare i controlli: ciò significa non dare indirizzi, non vedere chi fa cosa e come. Lasciando ai soggetti interessati, pubblici o privati, la facoltà di fare qualsiasi cosa senza pagarne le conseguenze. Prenda la raccolta differenziata: negli ultimi mesi si è avuta un’accelerazione incredibile. Molti comuni sono diventati virtuosi e anche quelli più recalcitranti si stanno mettendo in regola. Serviva qualcuno che li stimolasse, che premiasse quelli virtuosi e penalizzasse quelli inadempienti.

Cos’altro?

“E’ mancata la programmazione. Il presidente Musumeci ha avuto l’idea di istituire un ufficio per la progettazione, presso la presidenza, in cui far confluire i tecnici dei vari enti, anche quelli periferici, e utilizzare queste professionalità per colmare i deficit di programmazione. Le faccio un esempio: Agrigento, dove sono stata eletta, è stata destinataria di 22 milioni di euro per rifare le strade provinciali. Ma non ha speso un solo euro perché l’ufficio tecnico non aveva progetti per accedere al finanziamento. L’ufficio centrale per la progettazione colmerà questo gap”.

Il migliore tra gli assessori è il suo collega di partito Ruggero Razza.

“La sesta Commissione ha approvato la nuova rete ospedaliera, che la giunta ha fatto propria e in questi giorni dovrebbe ottenere anche l’ok di Roma. Razza ha fatto tremila stabilizzazioni a personale sanitario e parasanitario: queste persone avranno finalmente un contratto a tempo indeterminato e potranno pensare di mettere su famiglia o accendere un mutuo. L’approvazione definitiva della rete ospedaliera, inoltre, sbloccherà i concorsi nelle nostre Asp. Molti reparti hanno bisogno di primari, medici e infermieri, il servizio sanitario diventerà più efficiente”.

Visto che il governo avrebbe lavorato bene, ma la gente non lo apprezza, esiste una terza possibilità. Magari è stato proco bravo a comunicare…

“Questo sì, senz’altro. E’ lo scotto che si paga quando si lavora tanto. E’ un errore a cui bisogna rimediare. Ma vi assicuro che il presidente Musumeci lavora venti ore al giorno, vive a palazzo d’Orleans e si dedica con tutte le energie a risolvere i problemi. Venerdì prossimo farà una conferenza stampa per illustrare i risultati raggiunti in questo primo anno di governo. Veniamo da troppi anni in cui anziché governare si facevano proclami. Ci ricordiamo o no che le province sono state cancellate in trasmissione da Giletti, ma in realtà continuavano a esistere? Annunci che tornavano buoni solo per le tv…”.

Il Movimento 5 Stelle, attraverso la voce di Giancarlo Cancelleri, ha detto che se vi liberate di alcuni “poltronisti” e “zavorre” è pronto a scrivere un contratto con Musumeci per la Sicilia.

“Apprezzo la sua apertura e nel mio piccolo, in Commissione, ho sempre ascoltato le sollecitazioni dei colleghi dei Cinque Stelle. Piuttosto che fare atti di forza e procedere solo coi voti della maggioranza, preferisco attendere qualche giorno in più e trovare punti d’intesa anche con gli altri. Ma il contratto Musumeci lo ha già firmato coi siciliani quando ha presentato il suo programma. E lui, a differenza di altri presidenti come il nostro premier Conte, gode di una forte legittimazione popolare”.

Sta dicendo che non vi serve un accordo di governo coi Cinque Stelle?

“Sto dicendo che su alcune riforme essenziali per la Sicilia, come la legge urbanistica o la legge sulla formazione professionale, si può trovare un punto d’intesa”.

Anche le opposizioni, d’altronde, escono ridimensionate da questo sondaggio.

“Perché la gente non ne può più delle opposizioni sterili. Nella scorsa legge finanziaria avevamo inserito un articolo che dava la possibilità alle giovani coppie siciliane di ottenere un contributo a fondo perduto per ristrutturare o costruire la prima casa. In assenza di qualche collega della maggioranza, l’ostruzionismo becero delle minoranze ha portato alla sua bocciatura. Peccato, perché era una norma di interesse generale… Questa forma di opposizione non porta a nulla se non a dimostrare una ovvietà: cioè che il presidente Musumeci non ha una maggioranza in aula. Ma era una cosa risaputa già alla vigilia del voto, perché questa legge elettorale era pensata per un sistema in cui si contrappongono due forze politiche e non tre. Forse l’iniziativa di Cancelleri è dettata dal fatto di aver compreso che Musumeci gode ancora della fiducia dei siciliani. Non può dirsi lo stesso dell’opposizione, che distrugge e basta”.

Ma le responsabilità, quando il programma salta, non è comunque del governo?

“Se sbaglieremo anche in questa legislatura, non ci sarà qualcuno che può alzare la mano e dire “io non ero al governo, ma all’opposizione”. Saremmo tutti colpevoli”.

Diventerà Bellissima ha numerosi corteggiatori per le prossime Europee. Qual è l’alleanza più naturale?

“Entro Natale faremo una direzione di partito. A guidarci in questa fase saranno Catania, Trantino e la Candurra, eletti ai vertici del movimento dopo le dimissioni dell’ex coordinatore Stancanelli. Sono in tanti a tirarci per la giacchetta: qualcuno vorrebbe un accordo con Fratelli d’Italia, qualcun altro vorrebbe farci dialogare con la Lega di Salvini, altri spingono per entrare nel contenitore di Forza Italia e dei moderati. Ovvio che non ci dispiacerebbe eleggere un europarlamentare, ma alla base occorre trovare un’intesa politica che ci dia la possibilità di risolvere i problemi dei siciliani. Se otteniamo degli impegni su alcune cose specifiche, possiamo intavolare un discorso anche per le Europee”.