Non soffermatevi sui cumuli di immondizia che ammorbano la periferia e anche le strade del centro. Non fissate lo sguardo sullo scandalo dei Rotoli, con le mille bare accumulate sotto un capannone e spesso sventrate dal caldo che non dà pace ai vivi e nemmeno ai morti. Non badate allo strazio del traffico né alle scempiaggini di un assessore che vuole imporre alla città rivoluzioni che la città non accetta. Evitate pure di guardare le erbacce che invadono i marciapiedi perché nessuno le estirpa e chiudete un occhio – ma senza finirci dentro – davanti alle buche che nessuno ripara. Evitate anche di lamentarvi per la Tari che raddoppia o per la carta d’identità che non si riesce a rinnovare. Fatevi solo una domanda: che cosa resta di Palermo? Nulla. Nemmeno l’antimafia: chi crede più ai proclami di un sindaco che ha portato la città sotto la soglia della decenza?