Giobbe, che di pazienza ne aveva tanta, parlava di “cenere e fango”. Qui siamo ben oltre, siamo a un colossale impasto di sangue e merda. Il Governatore della Sicilia, messo di fronte ai troppi scandali che gravano sulla sua giunta, si appella ai sacri principi del garantismo: mai celebrare i processi in piazza. Ma l’onesto Musumeci sa bene che i buoi sono scappati da tempo e che nessuna legge potrà mai riportarli indietro. Si pensi ai novantuno milioni rubati da una banda di avventurieri con la banalissima scusa di censire il patrimonio immobiliare. O si pensi alla corruttela sistematica di un’altra cosca – l’Anfe di Paolo Genco e Giovanni Lo Sciuto – che ha incassato milioni a palate per la formazione non senza il protettorato di Alleanza Nazionale: un partito che con Learco Saporito, buonanima, ha avuto pure l’impudenza di battere il chiodo dell’onestà-tà-tà.