Dopo un anno vissuto pericolosamente tra narcisismi, rancori e boriosi giri di valzer, i gerarchi di Fratelli d’Italia si sono resi conto di avere elevato al trono di Sicilia un anziano signore con tanti lustrini ma del tutto incapace di governare. Il melodramma che si è consumato l’altra sera a Sala d’Ercole – voto segreto, sconfitta, fuga di Renato Schifani – ha risvegliato una parola grossa: crisi. Solo che per cacciare da Palazzo d’Orleans il presidente Schifani e la sua giunta di figurine sbiadite, bisogna sciogliere l’Assemblea regionale. Con la conseguenza che ogni deputato dovrà rinunciare al seggio, conquistato a fatica nel settembre del 2022, e attrezzarsi per una nuova e costosa campagna elettorale. Chi degli intrepidi patrioti avrà il coraggio del salto nel vuoto? “I nodi vengono sempre al pettine”, ricordava Leonardo Sciascia. “Se c’è il pettine”.