“Fratelli d’Italia pretende chiarezza su questo pericoloso dossieraggio che coinvolge delicati uffici dello Stato e vede certa stampa organizzare con queste informazioni campagne di fango, principalmente contro politici di centrodestra. Bisogna capire chi sono i mandanti e quali interessi privati si celano dietro queste campagne”, è quasi sera quando Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, rivolge ai Tg queste parole. Lo fa nel giorno in cui sale la tensione della politica sull’inchiesta di Perugia. Partita da un esposto di Guido Crosetto, l’inchiesta sta svelando una serie di accessi informatici abusivi a banche dati che potevano svelare fattori sensibili – soprattutto economici – di vip, politici, imprenditori, avvocati, esperti del Comitato tecnico scientifico ai tempi del Covid e così via. Per tutta la giornata di ieri i meloniani, eccezion fatta per qualche voce isolata, avevano preferito un profilo basso. “Aspettiamo di capire la gravità”, ci aveva detto uno di loro. Ma l’emersione di una grande mole di accessi – 800, per la precisione – e di una lista lunghissima di spiati, molti di centrodestra, ha fatto sì che cambiassero approccio. Foti, così come tutti gli esponenti della maggioranza, parla di dossieraggio. Nelle carte, però, questa ipotesi non viene dimostrata. Allo stato, la procura di Perugia non ha elementi per parlare di dossieraggio, ma ha rilevato una serie di attività di accesso abusivo anomale. E, secondo la sua tesi, illecite. Continua su Huffington Post