Le anime belle hanno avuto forse troppa fretta nell’annunciare la sconfitta e la perdizione politica di Matteo Renzi. Giuseppe Conte, che ora il suo dirimpettaio e il suo principale bersaglio, ieri ha dovuto rassegnare ufficialmente le dimissioni. La baldanza con la quale credeva di rimpiazzare i senatori di Italia Viva gli si è sbriciolata tra le mani: non ha trovato i voltagabbana pronti a soccorrerlo e si è finalmente arreso. Con un effetto collaterale non indifferente: per evitare un’altra conta in Senato il premier ha dovuto nascondere in fretta e furia sotto il tappeto la faccia impresentabile di Alfonso Bonafede, il ministro manettaro che Renzi non ha mai sopportato. Una batosta per i professionisti della forca che fino all’altro ieri hanno spadroneggiato dentro Palazzo Chigi e nelle stanze cinquecentesche di via Arenula. Date a Renzi quel che è di Renzi.