L’addio di Sammartino ha fatto saltare il tappo. Ora Italia Viva rischia la diaspora. Il partito di Matteo Renzi, che in Sicilia ha il volto e l’anima di Davide Faraone, rischia di perdere nelle prossime ore due dei tre parlamentari regionali rimasti: si tratta di Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo, che provengono entrambi dall’esperienza di Sicilia Futura (l’ex partito di Totò Cardinale). Secondo alcuni rumors, ad accoglierli sarebbe Gianfranco Miccichè, in Forza Italia. La notizia è stata riportata da ‘La Sicilia’, che parla anche di uno scambio d’opinioni tra Faraone e D’Agostino al terminal partenze di Fontanarossa. Il capogruppo al Senato di Italia Viva avrebbe chiesto ai due di non essere precipitosi. Ma ora che il ‘grande centro’ sta venendo meno, sia Tamajo che D’Agostino – che erano riusciti ad avvicinare IV alle posizioni di Udc, Cantiere Popolare e Idea Sicilia – non rimarranno con le mani in mano. Tamajo, d’altronde, aveva militato con Miccichè in Grande Sud prima di scegliere altri percorsi. Sarebbe un ritorno a casa.

Più difficile che, su base locale, si decida per una federazione fra Italia Viva e Forza Italia, sempre che non arrivi la benedizione di Renzi. Sarebbe un laboratorio di grande interesse. Futuribile, ma non ancora attuale. A difendere i colori del partito in liquefazione, oltre al senatore palermitano, rimarrebbe Pippo Laccoto in Assemblea regionale. E i consiglieri comunali di Palermo, che – dopo essere usciti dalla maggioranza – stanno rendendo impossibile la vita a Orlando in questa fase finale della legislatura. La nuova primavera di Renzi sembrava poter attecchire a palazzo delle Lapidi, dove nel giro di qualche mese le adesioni si sono moltiplicate. Anche se il baricentro dell’operazione – che per un attimo aveva portato Renzi a sognare di esprimere un proprio candidato per palazzo d’Orleans – era Catania, il regno di Sammartino e della senatrice Sudano. Che di recente hanno preferito rivolgersi all’altro Matteo. Salvini.

Il progetto renziano così si è depotenziato. Italia Viva ha abbandonato il perimetro della sinistra (il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, ha manifestato l’impressione che “questa forza si sia politicamente dissolta”) e si è smarrita in un centro ideale che non ha mai preso corpo. Sebbene tutti lo invochino. Il consenso, anche nell’Isola, appare sempre più polarizzato. Da un lato le destra, dall’altro Pd e Cinque Stelle. Per gli altri sarà un’impresa farsi spazio.