Ieri Vania Contrafatto, che da qualche tempo ha ripreso a fare il magistrato a Roma, è tornata a Palermo per un’audizione della commissione regionale antimafia presieduta da Claudia Fava. L’inchiesta in corso è quella che riguarda il ciclo dei rifiuti e il mega business che negli anni gli è stato costruito intorno. La Contrafatto è stata assessore all’Energia e alla pubblica utilità durante i governi di Rosario Crocetta. Nel corso dell’audizione, l’ex assessore avrebbe fornito informazioni dettagliati circa l’eredità ricevuta da Salvatore Calleri, il suo predecessore, e dei rapporti tesi con i due dirigenti generali incrociati nel corso del suo mandato: Domenico Armenio e Maurizio Pirillo. Ma la Contrafatto sarebbe stata una fiume in piena quando si è soffermata sui rapporti con il governatore Crocetta, che si sarebbero incrinati all’indomani della nomina di lei a commissaria per la depurazione. Una nomina diretta emanazione del governo Renzi, che Crocetta avrebbe subito. Da quel momento assieme a Pirillo, e al senatore Beppe Lumia, avrebbe fatto di tutto per convocare le riunioni quando la Contrafatto era impossibilitata a partecipare. Nel corso dell’audizione si sarebbe affrontato il tema dell’iter burocratico che ha portato all’apertura della discarica di Melilli, gestito da Antonino Paratore (che poi sarebbe risultato un affiliato del clan Santapaola di Catania). L’ex assessore ha svelato di aver chiesto chiarimenti a Pirillo, ma di non averne mai ricevuti.