Dopo la sospensione dell’appalto da mezzo miliardo per la riscossione dei tributi negli enti locali, stoppato dall’assessore Falcone a causa di alcune anomalie, c’è un’altra gara a rischio: è quella celebrata dal Comune di Catania che lo scorso febbraio i servizi di riscossione (per entrambi i lotti) a Municipia Spa, in raggruppamento con la Gamma Tributi Srl, con un ribasso d’asta giudicato eccessivo dalla commissione di gara: il 77 per cento nel primo lotto e del 54,5 per cento nel secondo lotto. Offerte che, secondo la commissione di gara del Comune, “superano la soglia di anomalia”.

I tecnici dell’assessorato al Bilancio, scrive Live Sicilia, hanno invitato Municipia e Gamma Tributi a “presentare le opportune giustifiche”. Cosa che non è ancora avvenuta. A credere che “l’Amministrazione sia venuta meno ai noti principi in materia di trasparenza” è la società Publiservizi srl che, in raggruppamento con Innovitalia srl, ha partecipato alla stessa gara, senza vincerla.

Ma c’è un altro incidente a complicare il percorso: per l’assegnazione del bando da 10,5 milioni di euro il Comune non si sarebbe avvalso del supporto dell’Urega, l’ufficio regionale che supporta le amministrazioni locali nel caso di procedure particolarmente impegnative, soprattutto dal punto di vista economico. Il caso è stato sollevato ancora una volta da Innovitalia srl. In una lettera indirizzata al Comune, al commissario straordinario, all’Anac e alla procura della Corte dei Conti, l’azienda parla di “violazione di legge nella costituzione della commissione di gara”. I componenti, si legge nel documento, sono stati scelti tutti dalle “strutture dirigenziali interne dell’Amministrazione”. Senza che il Comune si avvalesse del supporto dell’Urega per la nomina dei commissari di gara, “in contrasto con la normativa vigente”. A confermare questa affermazione è una nota della stessa Urega che, il 21 dicembre 2022, comunica: “Dalle verifiche effettuate non si è riscontrata alcuna documentazione esistente in questo ufficio Urega di Catania relativamente alla gara in oggetto”.

L’Urega non ne sapeva niente. Ora, in attesa che il Tar si pronunci sulle anomalie del ribasso d’asta, sarà l’Anac a stabilire la correttezza delle procedure. Alla Regione, invece, si è preferito approfondire la questione sul bando da mezzo miliardo formulato in epoca Armao dall’Ufficio speciale – Centrale unica di committenza per l’acquisizione di beni e servizi dell’assessorato all’Economia. Il bando, suddiviso in cinque lotti, aveva visto la partecipazione di cinque operatori, che in questo modo sono risultati tutti vincitori. Un’anomalia segnalata dal presidente della commissione Antimafia, Antonello Cracolici, e bloccata sul nascere dal nuovo assessore al Bilancio, Marco Falcone, che ha sospeso la procedura d’affidamento “per valutare attentamente ogni aspetto utile a verificare la linearità dell’iniziativa a garanzia dei principi di trasparenza e di libera concorrenza e, ove fosse necessario, a procedere all’annullamento della gara”.