Rosario, che riaccende il sorriso della radio

In radio si riaccendono i sorrisi e la leggerezza. Riparte oggi alle 19, infatti, “Il Rosario della Sera”, la formula sperimentata – e già vincente – di Rosario Fiorello. L’artista multiforme catanese, in attesa di approdare su Rai 1 con suo nuovo grande show (non si conoscono ancora i dettagli) riprende i fili dell’antica passione: Radio Deejay, ogni sera, ospiterà il suo contenitore di un’ora ricco di personaggi, battute, imitazioni, satira e ilarità.

Un modo per non prendersi troppo sul serio. Dalla politica allo show business, Fiorello ha quella capacità di affilare le armi del divertimento, anche di fronte alle questioni più serie. Di assottigliare il confine tra scherzo e seriosità. Di giocare con le parole e attrarre il pubblico. Di fare satira in modo scanzonato. L’esperimento su Deejay, a 26 anni dalla prima volta in radio, è cominciato ufficialmente il 29 gennaio di quest’anno con la prima puntata del “Rosario”. Prosegue dopo la pausa estiva, che ha comunque rilanciato sulle frequenze della radio con sede a Milano tutto il meglio dello show.

Un nuovo genere di comicità, con parecchi spunti di riflessione, che Fiorello ha messo a punto anche nella sua recente apparizione televisiva con Sky e la sua edicola (che fra l’altro nasceva su Twitter e non era pensata, in prima battuta, per la tv). Fiorello, classe ’60, è uno che sfida i tempi e non si fa schiacciare da essi. Trova sempre le formule giuste – vedi l’uso che fa dei social network – affidandosi a un team competente e ingegnoso come lui. Dal maestro Cremonesi a Gabriella Germani, tutti sanno come stargli dietro.

Dopo la sua memorabile apparizione all’ultimo Sanremo, in cui fece da apripista alla conduzione di Baglioni, e in attesa del prossimo one man show televisivo che promette scintille (ricordate “Il più grande spettacolo dopo il weekend”?) toccherà ascoltarlo in radio, senza vederlo. Fiore è uno che non sa stare fermo, ma che non eccede mai. Impossibile stancarsi della sua presenza. Si fa cercare, quasi desiderare. E prima o poi arriva.

Paolo Cesareo :

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