La Regione ha cancellato definitivamente il click day per le microimprese in programma domani. “Non c’era la certezza matematica di poterlo effettuare, così abbiamo congelato la platea dei beneficiari e deciso di pagare tutti quelli che ne fanno parte. Speriamo nel più breve tempo possibile. Nelle prossime ore verranno apportate delle modifiche al bando”, è stata la spiegazione dell’assessore alle Attività Produttive, Mimmo Turano, in conferenza stampa. Secondo i calcoli di Sicindustria si tratta di “una prebenda da 2.235 euro a testa. Una vergogna”. All’appuntamento coi giornalisti erano presenti anche Gaetano Armao, oltre al presidente della commissione Attività produttive, Orazio Ragusa. Non s’è fatto vedere, invece, Nello Musumeci, di cui Turano riferisce “lo stupore e l’amarezza”.

La decisione estrema è giunta dopo l’incontro di questa mattina con i rappresentanti della Tim, il fornitore che non è riuscito a garantire il corretto funzionamento del sistema già nella mattinata di lunedì, quando alle numerose imprese che cercavano di accedere al portale di SiciliaPEI è stato annunciato un primo rinvio. “La mattina di lunedì 4 ottobre, alle  7.41, l’Amministrazione veniva informata dell’esistenza di quel problema – ha spiegato Turano, ripercorrendo la cronostoria di una figuraccia epocale – L’unica soluzione che ci è stata prospettata era di rinviare di 72 ore per capire qual era l’anomalia. Abbiamo chiesto scusa alle imprese nonostante si trattasse di una colpa non imputabile a noi. Nella mattinata di oggi abbiamo incontrato di nuovo i vertici  della Tim, i quali, di fronte alle nostre pressanti interlocuzioni, hanno dovuto riconoscere che non sono nelle condizioni di garantire con certezza matematica che domani il click day possa farsi”.

“Si tratta di un problema di sicurezza che abbiamo chiesto di risolvere per permettere a ogni imprenditore di essere artefice del proprio click”, ha spiegato Turano, senza entrare troppo nei dettagli. “Dinnanzi a questa incertezza, il governo della Regione ha deciso due cose importanti: continuare a considerare la platea degli imprenditori che si erano registrati sulla piattaforma, rispettando i requisiti del regolamento, che vengono confermati; e cambiare alcuni parametri del bando, prendendo in considerazione tutte le domande. Questa è l’unica scelta da mettere in campo di fronte a un disservizio causato da altri”. “In questa platea rientrano solo le imprese già registrate (circa 56 mila) – ha però sottolineato Turano -. Da qui alle prossime ore faremo dei correttivi. Il nostro obiettivo è non fare aspettare più nessuno e non affidarci a metodi che non possono darci garanzie certe in termini di piattaforma. Questo testimonia come la nostra informatizzazione paga dazio. Dobbiamo andare avanti lo stesso e capire come ristorare le imprese”.

Alla fine la Regione ha dovuto alzare bandiera bianca e confermare le tesi delle opposizioni, che nelle ultime settimane hanno chiesto ripetutamente a Musumeci di modificare i termini del bando e, soprattutto, di non affidarsi a uno strumento che aveva già dimostrato, in passato, la propria inadeguatezza. Il Bonus Sicilia, che mette sul piatto 125 milioni (ma sono pervenute richieste per 675 milioni), prevede prestiti a fondo perduto da 5 a 35 mila euro per tutte le imprese con meno di dieci dipendenti e un fatturato annuo inferiore a due milioni. Requisito fondamentale: essersi fermati durante il lockdown. E’, inoltre, l’unica misura attuata dell’ultima Finanziaria regionale. Che a cinque mesi e mezzo dall’approvazione dell’Ars giace ancora nei cassetti. Serviva a fronteggiare l’emergenza della pandemia, ma non si è speso un euro.

Lupo (Pd): “E’ il fallimento del governo”

“Il fallimento del click day è la conferma del fallimento del governo Musumeci, totalmente incapace di rispondere alle esigenze produttive delle imprese siciliane. Il governo si limita a scaricare le responsabilità sull’azienda che gestisce la piattaforma dimenticando di essere stato sordo alle sollecitazioni di chi riteneva la procedura inadeguata. Intanto, non è ancora chiaro come il governo intenda rimediare al disastro che ha provocato lasciando migliaia di imprese siciliane nel caos”. Lo dice il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo.

I Cinque Stelle chiedono le dimissioni di Turano

“Definirla una cattiva figura di dimensioni colossali è probabilmente il modo più gentile per descrivere la fallimentare operazione di Turano, Armao e Musumeci che, incaponitisi sul click day, sono andati a sbattere miseramente, facendo perdere tempo e denaro alle aziende siciliane già in crisi a causa del coronavirus. La marcia indietro di oggi è il triste epilogo di un disastro annunciato. Adesso si diano i soldi alle imprese e poi Turano vada a casa”. A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle. “Avvisiamo Turano da mesi – spiegano i deputati – ma niente. Anzi con superficialità e arroganza il governo Musumeci è andato avanti su quella linea con il risultato che abbiamo avuto modo di constatare noi e le imprese costrette a fare i salti mortali per partecipare ad un bando scritto male e tecnicamente inefficiente. Adesso Turano dia immediata risposta alle imprese, poi si accomodi gentilmente fuori dalla porta dell’assessorato regionale alle attività produttive” concludono i deputati.

Confcommercio: recepite le nostre sollecitazioni

“Il Governo regionale ha recepito le sollecitazioni di tutte le associazioni di Confcommercio che avevano sollevato perplessità sul metodo del click day, scelto inizialmente per distribuire 125 milioni alle imprese in regola con i requisiti: sarebbe stata una lotteria che per molti si sarebbe trasformata in roulette russa. Il click day non garantiva equità, pari opportunità fra i territori e proporzionalità per i danni subiti. Ci auguriamo che la politica regionale, preso atto della forte domanda di aiuti, riesca a recuperare presto ulteriori risorse finanziarie per dare respiro alle aziende”. Lo dice Patrizia Di Dio dopo la decisione della Regione di annullare il click day.

Sicindustria: una vergogna da 2 mila euro a testa

“Una prebenda da 2.235 euro a testa. È questo il ‘ristoro’ che la Regione siciliana vorrebbe garantire alle imprese siciliane messe al tappeto dalla pandemia, dopo il flop del click day. È una vergogna”. A dichiararlo sono Sicindustria, Confindustria Catania e Confindustria Siracusa, dopo l’annuncio del governo regionale di rinunciare al metodo informatico e passare, nei prossimi giorni, alla distribuzione delle risorse finanziarie, 125 milioni di euro, alle imprese già iscritte finora sulla piattaforma gestita da Tim, ossia 55.916. “Se le imprese devono essere prese in giro in questo modo – affermano Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria; Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania; e Diego Bivona, presidente di Confindustria Siracusa – suggeriamo allora al governo di prendere gli elenchi dalle camere di commercio e distribuire i fondi a pioggia, dal momento che non c’è evidentemente alcun interesse nei confronti della qualità dei progetti e delle ricadute che questi avrebbero sul tessuto imprenditoriale. Continuiamo a ripetere ciò che diciamo da mesi: il click day è una aberrazione del merito e, per chi fa impresa, rappresenta un calvario. Notiamo inoltre che il criterio utilizzato da questo governo non cambia: oggi pomeriggio le associazioni di categoria erano infatti state convocate dall’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano, per discutere proprio del Bonus Sicilia. L’assessore ha, però, preferito comunicare le decisioni già prese alla stampa piuttosto che confrontarsi preventivamente con i destinatari dei provvedimenti. Ci chiediamo, pertanto, a cosa sarebbe servito l’incontro. Il lupo perde il pelo ma non il vizio”.