“Vincono i riformisti, i moderati e gli autonomisti. Spariscono i populisti e i sovranisti. Vince il buongoverno, il radicamento nel territorio, una classe dirigente vera che sta per strada, che ha i voti dei i cittadini e non i like degli smanettoni”. Davide Faraone, capogruppo al Senato di Italia Viva rimette in campo l’alleanza “Ursula” e non esclude dal ragionamento Forza Italia: l’avallo dei moderati italiani consentì alla Von der Leyen di diventare presidente della Commissione europea.

Qualche chilometro più in giù, nella geografia politica siciliana, torna l’idea del “grande centro”. Platonica, forse. Ma assolutamente di moda all’indomani delle Amministrative che consacrano i movimenti territoriali e autonomisti – in primis l’ex Mpa di Lombardo, che domina ad Agrigento, ma anche Diventerà Bellissima – e ripropone come baricentro della coalizione Forza Italia, stabilmente oltre la doppia cifra. I fallimenti acclarati di Lega e Movimento 5 Stelle spingono Faraone a ragionamenti più larghi: “Queste elezioni ci dicono che da una parte c’è un’autostrada per tutte quelle forze che si riconoscono nel riformismo. Dall’altra parte c’è solo il populismo, malattia infantile della politica, che come tutte le malattie infantili basta un vaccino e scompare”, spiega l’ex sottosegretario.

E parte a snocciolare esempi. Al netto di Termini Imerese, dove Maria Terranova, nonostante l’affermazione congiunta di Pd e M5s, porta a casa cinque consiglieri comunali su sedici (come farà a governare?), i Cinque Stelle “hanno percentuali che oscillano dal’1,5% al 5%. La Lega si conferma una forza fantasma. I moderati del centrodestra, invece, continuano ad avere un consenso. Innegabile. E poi ci siamo noi, noi di Italia Viva – spiega Faraone -. Dove abbiamo presentato la nostra lista, ma anche dove abbiamo deciso di stare dentro le liste civiche, è stato un successo. Abbiamo eletto tantissimi consiglieri comunali e grazie a noi tanti sindaci indosseranno la fascia tricolore. Un dato per tutti: a Enna Italia Viva supera il 14%. L’altra lista a sostegno del sindaco Maurizio Dipietro dove ci sono anche tanti nostri candidati raggiunge il 15,35%. Insieme siamo al 30% con 9 eletti su 24 consiglieri”.

Da qui l’idea e la necessità di andare oltre. Di provarci. “Sappiamo che la nostra idea di un fronte riformista è la via maestra contro i populismi e i sovranismi – conclude il senatore renziano -. Sappiamo che la strada è stare tra la gente, nei territori, porta a porta, casa per casa. Questo voto ci consegna una grande responsabilità. Costruire da qui a poco meno di due anni un nuovo campo di riformisti, un’unità di progetto per assicurare alle città il buon governo e mandare in soffitta chi sa solo agitare paure senza mai risolvere i problemi quotidiani delle persone”. Per far camminare queste idee, però, serve il consenso dei potenziali alleati. Forza Italia, ad esempio, non sembra aver voglia di smarcarsi dal tridente originario (con Lega e FdI). I centristi “puri”, a loro volta, hanno bisogno di essere sostenuti. Più che un’esperienza replicabile alle Regionali, pare un ottimo diversivo per le Comunali. Magari da somministrare in dosi massicce.