Salvatore, che s’inventa un vino d’alta quota

A Gangi, nel cuore delle Madonie, a 1000 metri di altitudine, passione, benessere e rispetto per la natura si incontrano per dare vita ad un vino, un Syrah, il “Tenuta San Giaime”, da un vitigno cosmopolita approdato in Sicilia con i padri pellegrini, in viaggio verso Santiago di Compostela, considerato quasi un autoctono. Come tutti i vini di montagna, il San Giaime ha delle caratteristiche e delle qualità particolari: ricchezza di sfumature ed equilibrio tra gusto e olfatto. Per effetto dell’altura e dei raggi del sole, è anche più ricco di polifenoli, utili per la salute dell’uomo.

Come nasce la storia di questa impresa familiare? Con a capo Alessio e Salvatore Cicco, figlio e padre, affiancati dal consulente enologo Gianfranco Cordero, e dall’esperto di naturalità del cibo e dei processi di trasformazione dal seme al prodotto, con trent’anni di esperienza, Franco Mastrandrea, la storia della pregiata Tenuta San Giaime, nel palermitano, è una storia millenaria, che risale al Medioevo quando i padri pellegrini in viaggio dal Medio Oriente verso la Spagna, pare transitassero dalla Sicilia per raggiungere la Via Francigena, passando dal territorio di “San Giaime”, dalla traduzione del nome spagnolo “Jaime“, con il quale veniva chiamato il Santo Spagnolo. La leggenda vuole che tra i doni dei pellegrini, per la riconoscenza all’ospitalità, ci fosse tra le altre cose il vitigno Syrah proveniente dalla Persia.

La passione per questo vino si trasmise per generazioni fino a Gaetano Cicco, nonno di Alessio, e alla sua famiglia. Se è vero che solo dalla passione nasce qualcosa di speciale, la stessa passione che Alessio ha ereditato da nonno Gaetano durante le lunghe estati in Sicilia, quando già da piccolo, apprendeva i tempi della vigna, poi gli studi e i viaggi intrapresi all’estero che hanno alimentato la voglia di non rimanere ingabbiato negli stereotipi di una cultura agricola classica. Rinforzando il desiderio di innovare e di ripartire dalle origini, dal “come si faceva una volta”, il sogno di libertà e bellezza si concretizza in una viticultura intelligente vicina ai bisogni della vigna. “In pratica niente vino “costruito“ secondo le esigenze dell’industria, piuttosto un vino naturale che restituisce dignità alla terra di origine, alla Sicilia intera”, spiegano Alessio e papà Salvatore.

La stagione della vendemmia è una fase cruciale dell’anno, scandita da fatica, tradizione e passione. Alla cura di questo aspetto c’è Salvatore, papà del giovane Alessio, imprenditore di professione e vignaiolo per passione. Salvatore non manca mai a questo appuntamento che tutti gli anni, in estate, lo riporta da Milano nella sua terra natìa a “sporcarsi le mani“. Un impegno che condivide con tutta la famiglia, unendo antiche maestrie e nuove tecnologie per portare in tavola un vino senza compromessi. E il processo di vendemmia come avviene? “L’uva viene raccolta a mano in piccole cassette, dopo la pigiatura le bucce vengono lasciate a macerare per giorni. La fermentazione avviene spontaneamente, esclusivamente sui lieviti indigeni. Il nostro vino è pura metamorfosi dell’uva, senza chimica di sintesi e senza additivi. L’affinamento avviene in serbatoi tronco conici in cemento, in parte anche in barrique di secondo passaggio per 9 mesi, completandosi poi in bottiglia per altri 3 mesi”.

Quali prodotti nella Tenuta San Giaime? Uno per tutti, il “Tenuta San Giaime”, un Syrah, denominato “S’16”. Un vino complesso ed elegante. Gusto pieno, caldo, rotondo e piacevole. Non in secondo piano, il Grillo “G’17”. Colore giallo paglierino, con piccole sfumature verdognole. Al naso, floreale e fruttato, con un aroma che ricorda l’ortica, il pepe verde e il gelsomino. Al gusto, fresco, sapido, con una buona acidità e un’equilibrata morbidezza. Indicato per i piatti di pesce, ottimo come aperitivo. Non solo vini a San Giaime. Un olio, “Archè”, denominato “A’15”, dal cololore verde con riflessi gialli. All’olfatto, il sentore fruttato lieve ricorda la foglia di olivo e il pomodoro. Al gusto, amabile, molto presente l’amaro di verdure spontanee come la cicoria, con sensazioni retro olfattive di mandorle immature. È ottimo sui cibi a crudo quanto sul cotto, su pinzimonio, legumi, bruschette, per la preparazione di dolci, salati e condimento di pesce. Salutare l’uso quotidiano. La stessa produzione di olive da cui si ottiene l’olio extra vergine di oliva “Archè” di Tenuta San Giaime proviene da uliveti secolari, ad un’altitudine media di circa 500 m sul livello del mare. La raccolta avviene a mano, nel periodo prossimo all’invaiatura, direttamente dall’albero e con trasporto immediato al frantoio. L’estrazione dell’olio, senza uso di acqua calda nella fase di gramolatura, preceduta da una frangitura avviene con apparecchi meccanici a basso numero di giri. L’olio viene estratto da una centrifugazione, subito dopo, una separazione delle parti solide e liquide ad una temperatura di circa 27°C. Nessuna filtrazione del prodotto e nessun additivo.

Lilia Ricca :

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