A tracciare l’immagine un po’ sui generis di Luca Sammartino, deputato regionale di Italia Viva, indagato dalla Procura di Catania per corruzione elettorale, ci ha pensato Mario Barresi nel suo incipit su “La Sicilia”. Un passaggio che merita di essere ripreso: “Un «uomo delle istituzioni», come ama definirsi, tessitore di accordi e padrino un po’ secchione di riforme trasversali di cui a Palermo gli riconoscono il merito fino a moltiplicare la stima (e l’invidia) dei colleghi; oppure una macchina mangia-voti tanto sicura delle proprie prestazioni da superare il limite di velocità, rischiando ben più di una multa per una decina di ipotesi di reato da corruttore elettorale”.

Sammartino, mister Preferenze alle Regionali 2017, passato da qualche settimana con Italia Viva di Matteo Renzi, è indagato per corruzione elettorale. Assieme a lui l’attuale sindaco di Aci Castello, Nicola Scandurra, e altre 11 persone. Al renziano è stato notificato l’avviso di garanzia assieme all’avviso di conclusione delle indagini. Al presidente della quinta commissione dell’Ars vengono contestate numerose ipotesi di reato, perpetrate alla vigilia di due competizioni elettorali: quelle del 2017, quando Sammartino fu eletto all’Assemblea regionale con oltre 32 mila preferenze, e alle Politiche del 2018, quando era candidato col Pd nel collegio uninominale di Misterbianco, ma non riuscì a diventare deputato nazionale nonostante i 16 mila voti.

Le ipotesi corruttive spaziano dall’assunzione in aziende private alle raccomandazioni per promozioni o trasferimenti in sanità o in partecipate, passando per alcune spintarelle utili a ottenere la rateizzazione di cartelle esattoriali. Come riporta il quotidiano “La Sicilia” c’è anche un’ipotesi di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio che riguarda la liquidazione di un tfr che coinvolge un funzionario dell’Inps. Sammartino ha affidato la sua replica a un comunicato stampa: “Anche questa volta sono sereno del mio operato e dimostrerò la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati nelle sedi competenti. Sono fiducioso nel lavoro della magistratura a cui va il mio rispetto per la funzione che svolge all’interno delle istituzioni democratiche. Affronto con assoluta tranquillità questa vicenda” ha detto il parlamentare etneo.

L’indagine a carico del deputato all’Ars non arriva in un buon momento per il partito di Renzi, alle prese con lo scandalo nazionale che riguarda Open, la fondazione che ha finanziato l’ascesa politica dell’ex sindaco di Firenze e l’organizzazione della Leopolda. Sammartino era già stato indagato dalla Procura mesi fa, assieme ad altre 8 persone, nell’ambito di un’inchiesta che ha voluto fare chiarezza sulle modalità di voto degli anziani in una casa di cura a Gravina di Catania. In quel caso i magistrati hanno archiviato la sua posizione.