Antonello Montante, l’ex presidente degli industriali siciliani, condannato in primo grado a 14 anni di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, è stato scarcerato. Era agli arresti domiciliari nel suo paese d’origine, a Serradifalco, nel Nisseno. La Corte d’appello di Caltanissetta, che sta per avviare il processo di secondo grado, ha accolto l’istanza della difesa, col parere favorevole della procura generale di Catania. I giudici, però, hanno disposto l’obbligo di dimora ad Asti, dove ha sede una delle sue attività imprenditoriali. “La scarcerazione di Antonello Montante – ha commentato il suo legale, l’avvocato Carlo Taormina – segna il vero inizio del processo. Finalmente l’ex presidente di Confindustria Sicilia può difendersi e ristabilire la verità sul suo operato e sui suoi propositi nella stagione antimafia da lui inaugurata e condotta”.

Per i giudici della Corte d’appello nissena (presidente, Maria Grazia Vagliasindi; giudici a latere, Giovanbattista Tona ed Emanuele De Gregorio) “avuto riguardo al tempo decorso dall’inizio dell’esecuzione della misura cautelare (complessivamente, pari a un anno e nove mesi, fra domiciliari e carcere) deve considerarsi attenuato il rischio di recidiva sia sotto il profilo dell’attualità che sotto quello della concretezza”. La scelta del rito abbreviato, poi, “neutralizza il pericolo di inquinamento probatorio”.