Non se l’aspettavano. Padrini romani e confraternite siciliane credevano di avere trovato in Renato Schifani, nuovo presidente della Regione, un ventre molle sul quale ricamare avventate geometrie di potere. Francesco Lollobrigida, il nobile Cognato della Meloni, voleva mantenere il suo protettorato sull’assessorato al Turismo con un nuovo campiere, appena trombato alle elezioni regionali. Mentre l’ex governatore Musumeci chiedeva con insistenza di trovare, nella nuova giunta, uno strapuntino consolatorio per la moglie dell’ex reuccio della sanità Ruggero Razza, clamorosamente bocciata, pure lei, il 25 settembre nel collegio di Enna. Ma Schifani non è arretrato di un passo: nel giorno del suo insediamento aveva detto che gli assessori sarebbero stati scelti tra gli eletti e così sarà. Ha mostrato la schiena dritta. Non con i vinti ma con i vincitori. Chapeau.