L’Unità operativa farmaceutica è un piccolo Golgota affacciato sul mare dell’’Acquasanta, a due passi dalle dorate stanze di Villa Igea, gioiello palermitano del liberty. Ogni mattina, dietro una porticina marrone, si addensa una folla di inabili e disperati, mandati lì dalla Asp a ritirare una protesi, un presidio sanitario, una medicina particolare: cose che le normali farmacie non possono dispensare. Per rispondere alle richieste ieri c’era un solo impiegato: avrebbe dovuto fronteggiare una cinquantina di infelici costretti a una lista d’attesa – non in una stanza ma in un porticato – di oltre due ore. Una colonna della pietà. Ecco, quello che si è visto ieri nell’ex ospizio dell’Acquasanta è il ritratto di una sanità – umiliata e stracciona – per la quale la politica litiga fino all’ultimo respiro. Perinde ac cadaver, per dirla con Sant’Ignazio di Loyola.