La quantificazione degli aiuti in soldi, il rimando rassicurante al bonifico diretto sul conto corrente, le date precise per gli accrediti, persino le simulazioni per un ristorante piuttosto che per una palestra. C’è una ragione, meglio una necessità, che impone a Giuseppe Conte di iniziare da qui il racconto dell’ennesimo capitolo della partita che vede contrapposti il Governo e il virus. Ancora una volta da palazzo Chigi, ancora una volta a sera e a ridosso dei tg, ancora con l’approccio analitico utilizzato nel racconto parallelo, quello delle restrizioni che si sono susseguite con i vari Dpcm. La necessità è tutta qui, nel provare a chiudere le crepe che si sono aperte sul Paese dopo l’ultimo giro di chiave – dalle proteste pacifiche dei commercianti a quelle violente delle piazze delle grandi città – con la rassicurazione che il conto economico dei nuovi sacrifici lo paga il Governo. Con 6,4 miliardi. Continua su Huffington Post