L’Ordine dei giornalisti ha chiamato gli iscritti al voto per il rinnovo degli organi interni. Vecchi e giovani colleghi sgomitano per essere eletti. I vecchi cercano di dominare la scena: c’è quello animato da un sincero spirito di servizio e quello che spera di agguantare una fettina di potere per poi, magari, sistemare il figlio alla Rai. Mentre i giovani credono che l’Ordine possa ancora garantire i canoni e le tutele degli anni Sessanta quando la stampa era in mano a pochi editori. Oggi il panorama è cambiato. I giornali sono diventati come le cabine telefoniche: inutili perché sopraffatti dalle notizie che scorrono, senza limiti e senza controlli, sui social e sui computer. Ma i giovani sono convinti che questo mestiere possa ritrovare il rigore, la professionalità e l’autorevolezza del tempo che fu. E’ un atto di fede. La loro speranza non deve morire.