I tir sono pericolosi, vere e proprie bombe, non possono attraversare la città. La soluzione? Mandiamoli a Termini Imerese. Proposta che, pochi giorni dopo l’esplosione di un’autocisterna a Borgo Panigale, suona un po’ come: “Perché correre il rischio di questi bestioni in giro per Palermo? Mandiamoli a Termini Imerese, che si facciano esplodere là”. O come quelli che per dribblare la raccolta differenziata, portano la munnizza due strade più su o dai Comuni limitrofi la depositano a Palermo. E se il concetto non è questo, allora c’è quantomeno un difetto di comunicazione. Un “combinato disposto” di dichiarazioni (quelle dell’assessore comunale alla Mobilità, Iolanda Riolo, e quelle del presidente dell’Autorità portuale, Pasqualino Monti) che sembra volere scaricare rischi e pericoli.

Non è solo un’idea, una proposta buttata là. I lavori nel porto termitano sarebbero già iniziati, entro il 2021 ottocento mezzi pesanti che ogni giorno circolano in città saranno dirottati in provincia.

Potenziare il comparto merci nello scalo termitano è sicuramente un valore aggiunto, farlo quindici o vent’anni fa avrebbe avuto più senso. Farlo oggi, e con il solo scopo di alleggerire Palermo dal traffico pesante, una beffa. Vero, il porto di Termini può essere raggiunto senza necessariamente attraversare il centro urbano come avviene invece a Palermo. Ma – per tornare a Borgo Panigale, con il suo fardello tragico – un’autocisterna che si trasforma in una bomba è forse meno pericolosa lungo uno strada su cui si affacciano (a qualche centinaio di metri) case e ville, che costeggia l’autostrada, che corre accanto alla stazione ferroviaria e a un piccolo attracco per imbarcazioni da diporto?

E se comunque fosse la scelta tecnicamente e strategicamente giusta (ci saranno esperti a deciderlo), dirlo in questi termini suona male, suona malissimo. Magari prima di rilasciare dichiarazioni, bisognerebbe contare fino a dieci.