Al dramma a tinte fosche (fosche perché la caligine quel colore ha) “La fiamma è bella!” ispirata forse alla Mila di Codro dannunziana (tanto sempre d’ambientazione campestre si tratta) seguirà una brillantissima farsa, “Pompieri! Pompieri! Accorruomo!”, grande finale comico che comico sarebbe davvero se in realtà non fosse più tragico del titolo principale. Lacrime e risa, comunque, sangue e happy end. Sembra una serata di teatro d’antan e invece nei Giorni dell’Apocalisse tutto si mischia, i 47 gradi Celsius che arroventano uomini e case e le colline intorno a Palermo in fumo, l’eventismo delle gazzette locali che in un afflato tra Pro Loco e biglietteria on line propagandano tutte le feste al tempio per l’evasione effimera dalla calura e il balbettìo emergenziale-burocratico delle istituzioni. In una salsa demagogica, brutta, vecchia, senza guizzi, un copione sdrucito, fogli ingialliti, parti mandate a memoria malamente.

L’eventismo gazzettiero è il contraltare più squillante all’imbranamento sull’urgenza ambientale (“dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo fare qualcosa” ripetono mentre tutto brucia, dagli alberi alle chiese, alle concessionarie d’auto, fra Regione e Comune, girando su se stessi come nel famoso sketch della telenovela brasiliana del Trio Solenghi-Marchesini-Lopez), la panacea contro tutti i mali è una bella visita al museo o al tempio, sempre che, come a Segesta, anche questo non venga lambito dalle fiamme, e chissà che pure questa non diventi un’experience come la pubblicizzerebbe la Santanché. Il megafono aumenta i suoi decibel quando si tratta di Taormina, ex perla dello Jonio e ormai “sòla” internazionale, tra cinema, musica, letteratura (prosa non più pervenuta), zeppa di divi (o presunti tali) pur che “mi dai li quatrini” ma con un allure che fa sempre orgasmo da provincia del mondo. Per non parlare dei festival ovunque disparsi: dal jazz alla classica, dall’opera (Traviate e Carmen le pescano a mazzi dalle coffe, spesso con data secca, se va bene anche una replica, e se esce fuori un Parsifallo da Pignataro ve bene lo stesso, vuoi che non si pianga per la tisica e la gitana?) al teatro classico o contemporaneo, tutto fa brodo.

Intanto fuori, nella vita reale voglio dire, piove. Cenere. Il ministro dell’emergenza (ex presidente dell’isola) se ne esce con Bennato (“Salviamo il salvabile”), il presidente attuale dall’ex riporto senatoriale invoca i pompieri da tutta Italia compresi quelli di Viggiù, l’impagabile assessore comunale semper ridens pensate un po’ che si tira fuori dal cilindro?, ma la ZTL naturalmente, “sospesa fino alle 20 del 26/7”. Nessuno che abbia fatto, in tempo, quel che avrebbe dovuto o potuto. E nemmeno fuori, tempo. Anzi, fuori tempo una cosa l’hanno fatta, ad onor del vero: hanno indetto un vertice in Prefettura, dopo che è bruciata la città e tre suoi cittadini. Tema: prevenzione degli incendi. Ma che importa? Magari tra un po’ si organizza un concerto in quel cartoccetto annerito che è rimasto Santa Maria del Gesù. E intanto stasera cerchiamo come altrimenti goderci la vita tra un sonetto scespiriano e i Lied von de erde di Mahler, un omaggio a Coltrane e un ripasso del Trionfo della Morte. Fammi controllare un po’ le gazzette.

Nella foto, la direttrice artistica di Taormina Arte, Beatrice Venezi