Il M5s negli anni ha gonfiato i suoi consensi sulla base di due promesse, che erano al contempo due princìpi e due segni di “diversità” rispetto agli altri partiti: lotta ai “privilegi della casta” (taglio degli stipendi e delle “poltrone”) e giustizialismo (nessun indagato o condannato in primo grado: “Al minimo dubbio, nessun dubbio” diceva il guru Gianroberto Casaleggio). Questi tratti distintivi sono stati usati come una clava (o una gogna) nei confronti degli avversari politici ma la realtà ha mostrato che, una volta al governo, il M5s si è comportato non solo come i “vecchi partiti”, ma anche peggio. Continua su ilfoglio.it
Luciano Capone per Il Foglio
in Buttanissimi Extra
Tridico, Appendino e Parisi: i disastri anti casta del M5s
luigi di maiomovimento 5 stellepasquale tridico
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