Tutti da Giorgia il venerdì sera

Il selfie con Meloni, Salvini, Tajani, Lupi ed Enrico Trantino in primo pieno. Alle loro spalle Piazza Università, a Catania

E’ stata una valanga di applausi, ma soprattutto di selfie. Erano tutti lì, pronti ad accaparrarsi un cimelio: la foto con Giorgia. Persino Musumeci, che per qualche ora è riuscito a sottrarsi agli impegni in Emilia Romagna, una regione sepolta dal fango, per riprovare l’ebbrezza della campagna elettorale. Scalda la platea meglio di Schifani, che a Catania è vissuto quasi come uno straniero. Stringe i pugni, ma gli applausi scarseggiano. Musumeci è diverso. Tira fuori vecchi ricordi che lo collegano a Enzo Trantino, padre del candidato sindaco; passa in rassegna i bei momenti vissuti insieme, fa ardere la fiamma con qualche citazione dotta, poi, una volta nel retro, va alla ricerca della foto migliore: quando si accosta a Giorgia e le parla in modo fraterno. Certamente di Emilia. Sullo sfondo l’occhio birbante cattura l’espressione di Luca Sammartino, che di Nello è stato il nemico giurato durante la scorsa legislatura (d’altronde è lì per Salvini).

Ma sono soltanto scorci di una piazza Università che va riempiendosi già dalle 6 del pomeriggio, l’ora annunciata del comizio che ritarderà quasi due ore. Giovanni Donzelli fa da riempitivo: i primi selfie li scatta lui. Poi sui social comincia la grandinata: patrioti da ogni angolo della Sicilia. Una delle flotte più nutrita arriva da Vittoria, regno del neo senatore Salvo Sallemi. Aricò si mette in marcia da Palermo e annuncia novità sulle strade (ma da martedì, dopo il voto). L’onorevole Galluzzo, eletto all’Ars nel collegio di Messina, è fra i più attivi con lo smartphone: il primo autoscatto lo ritrae col prossimo(?) sindaco e con Giusy Savarino, che sembra aver smaltito i postumi della fregatura che il partito le aveva rifilato lo scorso novembre, escludendola dal lotto degli assessori. Anche per lei foto d’ordinanza con la premier.

La piazza sembra poco interessata ai racconti sulla Rai o alla riforma fiscale. E’ lei che brama: la prima presidente donna, scesa a Catania per la chiusura di una campagna elettorale che domenica e lunedì, nelle urne, potrebbe esprimere un voto a senso unico. Una dimostrazione di vicinanza che i patrioti ricambiano con sorrisi e strette di mano. Con gli osanna che si levano dalla platea. “Enrico Trantino è una persona onesta, trasparente e competente – discetta Meloni dal palco -. Figlio di uno dei padri della destra siciliana a cui mandiamo il nostro abbraccio (Enzo, ndr). Enrico ha fatto tutta la trafila: è una persona seria e concreta. Se domenica e lunedì ci aiutate a completare questa filiera che porta fino al governo romano, darete grande valore a questa isola che merita”.

Sì, ma possiamo fare una foto?

Marco Intravaia coglie l’attimo e si catapulta alla destra di Giorgia, stretto in uno scomodo abbraccio da Manlio Messina, il “balilla” in persona. Il reuccio di Piazza Università, nel suo ruolo consolidato da vicecapogruppo alla Camera. Ormai è un pezzo forte e può concedersi un fuoriprogramma: la cena. “E alla fine di una lunga e bella giornata – scrive su Facebook, con la foto a corredo – ci ritroviamo come sempre seduti ad un tavolino a parlare dei sacrifici fatti, del tempo che passa, della stanchezza e dell’entusiasmo che da sempre ci consente di andare avanti. Alla fine di ogni lunga giornata ci ritroviamo sempre a quel tavolino come se non fosse passato nemmeno un giorno da quando abbiamo iniziato. E tu, cara Giorgia Meloni, sei sempre la stessa ragazza semplice e tenace di allora”. Un poeta.

Anche i protagonisti nostrani del selfie, il senatore Raoul Russo (neo componente della commissione parlamentare Antimafia) e la vicesindaca Carolina Varchi, devono scansarsi. Una fotina in macchina prima di arrivare (con loro l’europarlamentare Giuseppe Milazzo, ex FI), poi qualche prova di coesione dalla piazza, nel mega scatto con dentro tutti. Ma a Catania comandano i catanesi. La prima fila è loro. Il presidente dell’Ars Galvagno si fa ritrarre in mezzo alla folla. Ci sono l’assessore Amata, lo “straniero” Pappalardo (che aveva aperto la filiera di FdI al Turismo), la senatrice Bucalo. Lo squadrone è al completo. Metti un venerdì sera a Catania…

Alberto Paternò :

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