C’è un grande tasto dolente: la sanità. E una marea di “mance” che fanno il paio con quelle che hanno già riempito il testo del Collegato-ter, mandato in archivio a novembre (una parte delle quali assegnate senza alcun criterio da parte dell’assessorato al Turismo ai Comuni). Per Schifani doveva avere “un’impostazione che prosegue nel creare le condizioni per nuovi investimenti”, ma in realtà la Legge di Stabilità si sta trasformando nel solito provvedimento estemporaneo, senza sostanza e senza futuro. Una Finanziaria di polvere e cenere, dove si salvano – ma bisognerà capire quanto saranno attrattivi – i 50 milioni messi in campo per le imprese che assumeranno dei giovani a tempo indeterminato, allo scopo di alleggerire il peso delle imposte (la cifra iniziale, poi dimezzata, era di 100 milioni). Per il resto, e in attesa dell’ultima volata a Sala d’Ercole, si fatica a individuare una misura che sia in grado di garantire sviluppo od offrire una visione.

Non saranno certo i contributi ai Comuni per promuovere il turismo e la riqualificazione urbana. Un modo più edulcorato per definire le mance. Una “riserva indiana” di piccioli – si pensa intorno ai 20 milioni – il cui obiettivo è rimpinzare le casse dei sindaci amici, per puntare a un ritorno elettorale alle Europee di giugno. Insomma: una spartizione scientifica fra collegi. Da questo punto di vista, per la verità, non c’è molta differenza tra maggioranza e opposizioni. Anzi, l’accantonamento prevede un tesoretto a disposizione di Pd, Cinque Stelle e Sud chiama Nord (circa 10 milioni secondo le prime stime), con l’obiettivo di concludere i lavori nei tempi prestabiliti (l’8 o al massimo il 9 gennaio) evitando l’esercizio provvisorio. Io ti do i soldi, tu mi dai una mano. E finirà che ad appendersi la medaglietta al collo saranno tutti quanti, ognuno per il proprio ambito di competenza.

L’assessore all’Economia Marco Falcone per aver approvato la manovra nei tempi di legge, cosa che non avveniva dal 2003. Gli altri per aver garantito la sopravvivenza di una sagra o il rifacimento di un campo sportivo, o della facciata di una chiesa. Per fortuna che c’ero io… Un argomento spendibilissimo in campagna elettorale: laddove si giocherà tutti contro tutti, la politica ha deciso di imbandire la tavola e far partire tutti alla pari. Ogni deputato di opposizione, secondo i calcoli del Giornale di Sicilia, dovrebbe disporre di circa 300 mila euro. Anche se, chiarisce immediatamente Falcone, non si tratta di “misure da campagna elettorale” ma di “legittime richieste che provengono dai territori e che permettono ai Comuni di rivitalizzarsi”. Sembra un segnale di resa: in Sicilia è impossibile operare in modo sensato e organico, perché è impossibile sradicare la cultura dei campanili e del ritorno elettorale. E’ così da sempre, e anche stavolta.

Eravamo e rimaniamo fermi ai 50 milioni per le imprese (fino a un massimo di 30 mila euro cadauna), perché in questa Legge di Stabilità non c’è altro. Resta da smussare la norma sulla stabilizzazione degli Asu (circa 3.700), preludio al coro delle “voci bianche” su quanto sia importante – finalmente – aver cancellato la precarietà. Al momento, però, ci si accontentata di poco: l’aumento delle giornate lavorative per gli operatori antincendio, passate da 78 a 101; “una importante spinta sulla detassazione in favore dei cittadini” – parola di Falcone – con gli sconti sul bollo auto, “con conseguenze anche nella alla lotta all’evasione”. Non c’è altro.

Il resto è parcellizzato e deve ancora assumere una forma precisa: ci sarà qualche euro per la lotta al crack e alla violenza sulle donne, forse per gli Ersu (gli enti regionali del diritto allo studio universitario). Falcone vorrebbe inserire una norma per azzerare i rincari dei biglietti dei treni (aumentati del 5% nonostante il nuovo contratto di servizio con Trenitalia). Mentre una ventina milioni, figli dell’ostinazione del governatore, potrebbero finanziare una nuova ondata di sconti sui voli aerei: questa volta quelli che partono da Palermo e Catania con destinazione gli aeroporti del Nord Italia (e Trapani e Comiso? Tiè). Neppure le prime agevolazioni sono entrate pienamente a regime (l’Europa dovrebbe pronunciarsi sull’eventuale violazione del libero mercato e della concorrenza, trattandosi di soldi pubblici distribuiti alle compagnie), ma intanto si guarda già oltre. A maturare nuove illusioni.

E’ questa la Finanziaria: un potpourri di iniziative senza capo né coda. Anche perché i fondi europei non si possono utilizzare, e il grosso del malloppo che sarebbe lecito e giudizioso dirottare sugli investimenti, resta incagliato nella rete del ministro Fitto, addetto alla Coesione territoriale. E in quella di Salvini, che ha già opzionato 1,3 miliardi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. L’opposizione aveva chiesto in aula la presenza di Schifani per spiegare il perché di tale scelta; perché si fosse deciso di ricorrere soltanto alle risorse di bilancio della Regione, evitando di utilizzare quelle extra; ma Schifani non avrebbe alcuna voglia di fornire spiegazioni fin quando a Roma non scioglieranno i nodi sull’utilizzo della programmazione 21-27.

Su un aspetto, però, si potrebbe decidere di fare quadrato: la sanità. Come detto, non c’è alcuna misura di sostegno, o quasi, agli ospedali privi di medici e di servizi, ai Pronto soccorso affollati, all’invasione di campo dei privati. A denunciare la situazione, fino a ieri, è stato il Movimento Cinque Stelle: “Le risorse per gli incentivi ai medici delle aree di emergenza e nelle zone disagiate non vanno toccate – ha detto il capogruppo grillino, Antonio De Luca -. La norma è troppo importante. Non possiamo permetterci di fare fuggire i medici verso il privato senza fare nulla. Avevamo previsto uno stanziamento pari a 20 milioni di euro a inizio finanziaria, adesso ne ritrovo la metà nonostante siano saltate ben 10 norme dall’impianto originario. Se i soldi non bastano il governo peschi nelle riserve che sta destinando per alcune norme da campagna elettorale dei suoi deputati, la salute dei siciliani è molto più importante di un pugno di voti alle Europee”.

“L’incentivo per i medici dei pronto soccorso e delle aree disagiate dovrebbe essere in verità il punto di partenza di una serie di interventi che garantiscano all’intera categoria dei sanitari e parasanitari del settore pubblico situazioni economiche e lavorative migliori”, spiega ancora l’esponente grillino. Ma nel mondo reale, di fronte a queste battaglie di principio, nessuna opposizione cederebbe il passo all’inciucio delle marchette. Si batterebbe fino alla morte. Accadrà?