A fare del bene ci si guadagna sempre. Lo ha capito Totò Cuffaro, che dopo le risapute vicende politiche e giudiziarie, ha spalancato il suo cuore all’Africa. Al Burundi per l’esattezza.

A Karusi, una regione falcidiata da guerra e fame come il resto del Paese, l’ex presidente della regione Sicilia agisce da medico volontario, prestando servizio in un grande ospedale che fatica a entrare a regime. Assieme al collega Stefano Cirillo ha creato un’associazione (si chiama “Aiutiamo il Burundi”) con la qualche ha scelto di farsi carico delle emergenze che attanagliano la popolazione. E sono davvero tante.

I fili con la Sicilia, nonostante detrattori e fustigatori, non si sono mai allentati. Così il 15 ottobre il Teatro Massimo di Palermo (inizio dello spettacolo alle 20.30) diventerà una piccola colonia del Burundi. Perché è in programma una grande serata di beneficenza, per raccogliere fondi a favore dell’ospedale. Soldi che l’ex presidente Cuffaro, d’accordo con le autorità africane, ha deciso di investire nella creazione di un nuovo reparto di Neonatologia. Ci saranno quattro ministri del Burundi, assieme alla cantante più rappresentativa di quella terra. E tanti artisti, anche siciliani, hanno letto nel tentativo di Cuffaro un grande gesto d’umanità, e hanno confermato la loro presenza. Sarà un modo per far comprendere quanto siamo fortunati noi. E quanto bisogna lottare altrove per garantirsi ciò che scontato non è: la sopravvivenza.

L’operazione di Cuffaro e Cirillo, avallata dal governo del Burundi, va avanti da anni. E’ maturata – spiegava poco tempo fa l’ex governatore – mentre era in cella a Rebibbia: “Se non fosse accaduto ciò che è accaduto, oggi non sarei in Africa a fare il volontario. Da cattolico devo dire grazie alla Provvidenza. Ero convinto di dare speranza, ma sono le persone che aiuto a darla a me”. Cuffaro, che durante i primi viaggi aveva portato ai locali del grano per la semina, non ha fatto in tempo a vedere il frutto: “Perché quando lo abbiamo distribuito, tanta era la fame, lo hanno mangiato”. Oggi Cuffaro porta con sé medici e specialisti dall’Italia, e cerca di dotare la struttura – nei limiti del possibile e dei fondi a disposizione – di tecnologie più evolute.

Il Burundi è il paese in cui venti persone abitano in una capanna di venti metri quadri, senza acqua e corrente elettrica. E si ammalano. In cui non sai se dare una pasticca intera di chinino a un anziano o dividerla a due bambini. Dove la speranza rischia di essere seppellita dalla cruda realtà di ogni giorno. Totò ha provato e prova tuttora a farla riemergere. Non è facile. Ma solo grazie a gesti come il suo l’orizzonte appare meno cupo.