Mai tante stelle del jazz a Palermo come quest’anno. Divenuta in pochissimi anni crocevia di un mondo dinamico e stimolante, fatto di arte, musica, teatro, fotografia, la nostra splendida città ospiterà prossimamente artisti del panorama jazz nazionale e internazionale, che si incontreranno in una felicissima Palermo, divenuta in breve tempo capitale europea della musica, di una musica libera e senza confini.

Succederà in due storiche location. Alla Galleria d’Arte Moderna, che in questo periodo ospita la mostra di uno dei più grandi fotografi del nostro tempo, il maestro siciliano Ferdinando Scianna, e al Real Teatro Santa Cecilia, sede del Brass Group, che negli anni ha accolto artisti provenienti da ogni parte del mondo, giganti della musica quali Frank Sinatra, Natalie Cole o Diane Schurr.

Si inizierà il 24 Luglio, nel bellissimo Chiostro della Galleria d’Arte Moderna, dove salirà sul palco Uri Caine, uno dei pianisti più rappresentativi del panorama classico e jazz internazionale.

Si tratta del primo dei numerosi concerti del IX Festival Internazionale Palermo Classica, manifestazione musicale cresciuta negli ultimi anni, molto attesa da un pubblico sempre più esigente e appassionato, e al cui interno quest’anno è stata riservata una speciale sezione, “The Modern Jazz Gallery”, dedicata appunto al jazz. Passando attraverso The New York Gypsy All Stars e Kurt Rosenwinkel Quartet, si arriverà al Joey Calderazzo Trio, che vedrà al pianoforte uno degli artisti più amati e e più fantasiosi del momento. Si continuerà con il clarinetto di Gabriele Mirabassi e la Tatum Art Orchestra, per terminare con l’eleganza di Danilo Rea, pianista raffinato, dai toni caldi e seducenti, protagonista di indimenticabili liaison con il grande Chet Baker e Art Farmer, e all’un tempo con star della canzone italiana, da Mina a Gino Paoli.

In autunno sarà la volta, poi, del Brass in Jazz, rassegna della fondazione The Brass Group, che inizierà l’8 Novembre con una stagione che si preannuncia appassionante e coinvolgente; e che vedrà protagonista, già dal primo concerto, il grande Christian Tumalan, vincitore del prestigioso Grammy Award, che per l’occasione sarà accompagnato dall’Orchestra Jazz Siciliana. Toccherà poi a Laila Biali con il suo trio, e a “Mister Batteria”, il rivoluzionario musicista statunitense Billy Cobham, che sin dalla fine degli anni sessanta ha sempre inventato in modo nuovo timbri e ritmi da assegnare alla batteria. Si continuerà con il chitarrista statunitense Raul Midon e con la palermitana Desirèe Rancatore, anche lei accompagnata nelle sue “Canzoni d’autore” dall’Orchestra Jazz Siciliana, per arrivare a un inaspettato e felice ritorno, quello di Gregory Privat, già sul palco del Santa Cecilia nella scorsa stagione; palco che lo rivedrà, con il suo trio, al centro di un graditissimo “Back to Palermo”. Sarà poi la volta del mitico contrabbasso di Ron Carter, della Barcelona Gipsy Balkan Orchestra per arrivare a “An evening with Trijntje Oosterhuis”, superba cantante olandese, interprete con la sua “Stronger Than Before”, di uno straordinario omaggio a Burt Bacharach.

Ma non è finita. Si passerà poi al Bianca Gismondi Trio e al “Fuego” del siciliano Francesco Buzzurro, uno dei più fantasiosi chitarristi italiani, per concludere questa brillante stagione con l’Aca Seca Trio e la “Beautiful music realized by the best of musicians”, volendo usare le parole del compositore brasiliano Egberto Gismonti.

Saranno notti magiche quelle che Palermo ci regalerà nei mesi che verranno: notti lucenti di stelle incastonate nel grande firmamento della musica jazz. Sarà un crepitio di stelle. Saranno notti di passioni e desideri, di libertà e di leggerezza, di incanto e sentimento.

Si era nel 1930 e Jorge Luis Borges definiva così, nell’ Evaristo Carriego, il famoso quartiere della sua Buenos Aires: “Palermo di chitarra e coltello”. La nostra città invece, quella che porta lo stesso nome, si prepara a essere una fosforescente “Palermo di stelle e di jazz”, di luci e armonie, di venti e melodie che arriveranno da lontano. Per trasformarla in un luogo geometrico capace, malgré tout, di mescolare in un concerto vita, musica e sogno.