“Il rischio è andare incontro a un’impugnativa: non siamo noi a dirlo, ma le norme e l’ufficio studi dell’Ars. In assenza del rendiconto 2019, che il governo Musumeci ha ritirato in autotutela e mai più deliberato, non conosciamo i saldi, e senza i saldi non si può approvare nessuna legge di spesa”. Sembra complesso ma non lo è. L’Ars ha calendarizzato i lavori per l’approvazione di Bilancio e Finanziaria (i documenti sono al setaccio delle commissioni di merito), ma secondo il Movimento 5 Stelle, non avrebbe le carte in regola per farlo. Manca, infatti, il giudizio di parifica della Corte dei Conti sul rendiconto 2019. E, di conseguenza, la certezza sulle coperture. Inoltre, come sottolinea Luigi Sunseri, membro della commissione Bilancio, “l’assessore Armao ha accantonato 100 milioni stimando un disavanzo presunto”. Su cui, prima o poi, dovrebbero chiarire i magistrati contabili. “Al momento siamo soltanto in grado di fare un assestamento tecnico, nient’altro”.

Inoltre, rimarca Sunseri, dall’ultimo confronto con la Corte dei Conti, è emerso un buco da 300 milioni relativo “al riaccertamento dei residui attivi”, riferiti al 2017 e 2018. “Un atto che viene ripetuto ogni anno, e quindi diretta responsabilità del governo Musumeci. L’assemblea – insiste il deputato – deve essere messa nelle condizioni di avere tutti gli atti propedeutici per procedere con l’esame dei documenti contabili”. Che succede se il governo si impunta? “Andare avanti significherebbe violare il decreto legislativo 118 del 2011 e incorrere in una impugnativa”, sostiene Sunseri. Mentre il capogruppo Giovanni Di Caro rincara la dose: “Questa Finanziaria non s’ha da fare. E’ scollegata dalla realtà e dalle norme contabili. Alcuni articoli sono già stati stralciati, altri abbiamo chiesto noi di stralciarli. Potremmo approfittare di questa pausa, in attesa della parifica, per scriverla bene e meglio, nell’interesse esclusivo dei cittadini”. La proposta è stata girata a Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars.

Nuccio Di Paola passa in rassegna alcune voci: “All’articolo 3 si parla della riduzione di spese e di maggiori entrate per il patrimonio della Regione: ma come facciamo a stabilire il risparmio se non conosciamo il valore delle locazioni passive: da un lato c’è il dipartimento delle Finanze, che parla di 40 milioni di affitti l’anno, dall’altro un collaboratore di Musumeci (l’ingegnere Tuccio D’Urso) che invece riferisce di 60. Su questo punto serve chiarezza. Così come mi pare assurdo far ripartire il turismo stanziando 300 mila euro per la rete dei festival, come previsto dall’articolo 44. Ci saremmo aspettati aiuti concreti per tutti i siciliani: invece l’unica forma di sostegno arriva dal reddito di cittadinanza, una misura fortemente voluta dal M5s, che conterrà pure degli errori ma dà una mano ai 550 mila percettori e alle rispettive famiglie”. La chiosa è tranchant: “Musumeci non ha dato una prospettiva ai siciliani. Questo governo verrà ricordato per le aiuole di fronte a palazzo d’Orleans e per la ristrutturazione della tenuta Ambelia”.