A proposito di gestione dei depuratori e dei rifiuti in Sicilia.

È inaccettabile l’immobilismo e l’incapacità della politica regionale e locale nell’affrontare l’emergenza rifiuti e depuratori.

Non è ammissibile che la Sicilia a vocazione prevalentemente turistica sia eternamente commissariata per lo smaltimento insufficiente degli scarichi fognari e ancor più grave che debba pagare una multa di 80 mila euro al giorno all’Europa.

Nonostante gli sforzi del commissario governativo, nominato a seguito della procedura d’infrazione comunitaria, il problema sembra non risolversi. Nel corso dell’ultima audizione in commissione Ecomafie, purtroppo, sia Arpa Sicilia che la Guardia di finanza isolana hanno denunciato un quadro inquietante, dove la maggior parte degli impianti, quando funzionano, si occupano solo del “pretrattamento” dei reflui, che poi vengono sversati a mare attraverso condotte sottomarine. Nelle acque che lambiscono l’Isola dove i nostri ragazzi fanno il bagno finisce di tutto e di più, con gravi contaminazioni che spesso costringono i sindaci a inibire interi tratti di costa alla balneazione. È una situazione di cui vergognarsi, con due milioni di abitanti scollegati dalla rete fognaria.

Dobbiamo chiedere con forza al governo regionale come sia possibile, nel 2021, che su 463 depuratori solo 80 siano attivi e soprattutto farci dire cosa sta facendo la politica regionale e locale per risolvere questo problema così grave e mortificante per una Regione che si pregia di essere una delle più belle isole del mondo.

Questo è uno dei problemi più gravi della nostra Sicilia che accumula brutte figure per miopi progetti politici ed incapacità di programmazione a lungo termine. Nel frattempo i Siciliani aspettano lo slancio turistico che la nostra isola meriterebbe ma che pare allontanarsi sempre di più. Ma questa non era la terra che doveva diventare “bellissima” e dove il sindaco di Palermo “lo sapeva fare”?

(Giorgio Trizzino è un deputato palermitano iscritto al gruppo Misto dopo l’addio al M5s)