Abbiamo vissuto per anni di Antigone, sublime tragico conflitto cerebrale fra coscienza e legge, e siamo finiti felicemente in un tombino romano dalle parti di Porta maggiore, dove un cardinale polacco mandato da un Papa argentino si cala a celebrare illegalità e disobbedienza, le due più straordinarie virtù, in forma di vizio, della città di Roma, sopra e sotto. Il distacco dei sigilli dell’Acea per dare luce a donne uomini e bambini poveri di un palazzo occupato è un gesto… L’articolo completo su ilfoglio.it