Erano tutti lì, venerdì sera, a far finta di essere bravi ed efficienti come Paqualino Monti, il presidente dell’Autorità portuale che in cinque anni ha costruito il Molo Trapezoidale di Palermo: un’isola di bellezza dentro una città perduta, abbandonata, sfregiata. C’era Matteo Salvini, il vicepremier che agita la grande opera del Ponte sullo Stretto e dimentica che la Sicilia ha urgenza soprattutto di infrastrutture ordinarie come le strade o i collegamenti con le isole minori. C’era il sindaco Roberto Lagalla, che non riesce a fronteggiare nessuna emergenza: né quella del traffico né quella, ancora più sconcia e maleodorante della spazzatura. E c’era pure il presidente della Regione, Renato Schifani, l’uomo delle feste malinconiche a Palazzo d’Orleans, intrappolato da dieci mesi nelle sue trame di politico politicante. Sì, volevano essere tutti Pasqualino Monti.