«L’Istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia sono consentite dallo Statuto Speciale della Regione Siciliana, fattibili per l’Unione Europea e necessarie, poiché è un dato certificato che una zona montana del Sud patisce un disagio economico maggiore rispetto ad una zona montana del Nord». Lo ha sottolineato il professor Riccardo Compagnino, audito ieri dinanzi al Senato della Repubblica, insieme a Vincenzo Lapunzina (in foto), presidente del Comitato promotore per l’Istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia.

Ai senatori della VI Commissione Finanze e Tesoro, presieduta da Alberto Bagnai, Lapunzina e Compagnino hanno illustrato la condizione di disagio che vivono la aree interne dell’isola, e i benefici che le Zfm porteranno alle stesse, esortando l’istituzione parlamentare a determinarsi positivamente nel più breve tempo possibile, in ordine all’istruttoria del Disegno di Legge n.1708, oggetto dei lavori odierni, per «salvare la nostra terra dalla desertificazione umana ed imprenditoriale, non c’è un minuto da perdere!», ha ribadito Lapunzina.

Le Zfm (la cui istituzione è già stata approvata all’unanimità dall’Assemblea Regionale Siciliana lo scorso 17 dicembre, con un provvedimento di portata storica) porterebbe degli sgravi fiscali a chi decide di fare impresa in queste aree di montagna (sia per le imprese già esistenti che per quelle nuove); in tal modo si punta a rivitalizzare i piccoli centri, tutti al di sotto dei 15 mila abitanti, che negli ultimi 17 anni hanno subìto un’emorragia demografica di oltre 50 mila residenti. «La fiscalità di sviluppo costituisce l’effetto leva, lo start per una ripresa di speranza – ha aggiunto Lapunzina – per l’intenzione di restare e d’investire in un luogo; è lo stimolo ad adoperarsi per coinvolgimenti più ampi, creando: infrastrutture, formazione utile e mirata, promozione intelligente dei paesaggi».

L’audizione tenutasi a Palazzo Madama è stata trasversalmente apprezzata. Ma ha spiccato l’assenza dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, che sarebbe stato il terzo audito di giornata. La sponda della Regione siciliana,venuta meno nonostante l’approvazione della legge-voto all’Ars, sarebbe fondamentale per mandare in porto una norma di buonsenso, che garantirebbe condizioni favorevoli per le aree interne della Sicilia e un ristoro agli operatori dei 132 comuni coinvolti. Marcare visita è un segnale che si fatica comprendere. Suona quasi sinistro.