C’è lo Schifani che striglia, che bacchetta, che incalza e non perdona. E poi c’è lo Schifani che si distrae, che si lascia trascinare dagli umori e che imbarca, spesso senza rendersene conto, anche qualche avventuriero. Come Ninni Sciacchitano, l’opaco commercialista al centro di un altro brutto scandalo della sanità. C’è lo Schifani che giudica e manda, che mette mano su ogni dettaglio e accentra tutto su di sé. E poi c’è lo Schifani che, se qualcosa non va per il verso giusto, stenta ad assumersi la responsabilità perché le colpe sono sempre degli altri. Come i vice commissari della Palermo-Catania, scelti da lui e da lui silurati immediatamente dopo il maxi ingorgo del 2 giugno. La Regione, si sa, è una brutta bestia, con troppi vizi nascosti sotto la coda. Non si può governare con i muscoli né con la pancia. Serve un progetto, una visione, tanta freddezza.
