Vengono massacrati da tutti i giornali (tutti, si fa per dire; tranne quelli controllati dai pagnottisti). La mattina, appena sorge il sole, gli arrivano in faccia palate di fango. Le intercettazioni hanno alzato il sipario sui loro intrighi, sui loro capricci, sulle loro spudoratezze e, soprattutto, sulla loro irrefrenabile tendenza a fare scempio del denaro pubblico. Chiunque, al loro posto, si sarebbe nascosto in una caverna per la vergogna o avrebbe trovato rifugio in un monastero. Ma Gaetano Galvagno ed Elvira Amata resistono, inchiodati alle poltrone e ai privilegi. Anzi traccheggiano con i partiti, con Schifani e con Fratelli d’Italia per evitare un eventuale impeachment e prolungare di qualche mese la loro agonia politica. Non glie ne frega nulla se lo sputtanamento travolge la credibilità della Regione e dell’Ars. Sono felici così. Cameriere, champagne.