Ad agitare il centrodestra, a meno di una settimana dal voto, è l’ipotesi di voto disgiunto a favore di Cateno De Luca, che il diretto interessato, giorno dopo giorno, fa trapelare nei suoi comizi e sulla stampa. L’ex sindaco di Messina ha parlato di un ‘partito parallelo’ che l’aiuterebbe ad aggiudicarsi la sfida con Renato Schifani, inviso a molti all’interno del centrodestra. Citando, in un’intervista a Live Sicilia, i due delusi: Gianfranco Micciché e Raffaele Stancanelli.

“Un Micciché che ha subito l’angheria dell’imposizione di un suo nemico giurato, che è Schifani, volete che di fronte al testa a testa non possa finalmente reagire e farselo fuori definitivamente?” si chiede De Luca. Qualche giorno fa, a Buttanissima, Micciché aveva smentito qualsiasi operazione di ‘voto disgiunto’. La stessa sera, però, ha dovuto sopportare che il candidato di Forza Italia, Renato Schifani, elogiasse pubblicamente Nello Musumeci e Ruggero Razza per la gestione dell’assessorato alla Sanità, vero punto di rottura degli equilibri tra il vicerè berlusconiano e il partito del governatore. Come se non bastasse, Schifani ha promesso a Razza che, in caso di vittoria, sarà il primo a varcare la soglia di palazzo d’Orleans nelle vesti di consigliere (poi l’ex presidente del Senato ha capito di aver ecceduto, e confermato che sentirà tutti gli assessori uscenti).

Tutti quelli che avevano ricoperto di applausi Miccichè per aver interrotto la tirannia di Musumeci, dopo le genuflessioni di Schifani a Catania si sentono disorientati, forse un po’ traditi. Voteranno Miccichè, ma non è detto che facciano lo stesso con Schifani (è soprattutto grazie a loro che il presidente emerito del Senato potrebbe puntellare la sua carriera con un gran finale). Così il coordinatore di Forza Italia è intervenuto (di nuovo) per fare chiarezza: “Se io facessi un accordo con Cateno De Luca mi darebbero il tso. Una volta che è andato via Musumeci, fare l’accordo con De Luca sarebbe folle. Di tutte le minchiate che dice – ha confermato a Live Sicilia – la più grossa è quella che nel centrodestra qualcuno faccia un voto disgiunto e in particolare che possa farlo Micciché. De Luca ha detto che io farei il presidente dell’Ars, sono minchiate colossali. Non dobbiamo meravigliarci che i siciliani gli vadano dietro, i primi sono i nostri politici che gli credono. Gli unici che fanno il voto disgiunto possono essere quelli di Musumeci, che hanno interesse a dimostrare che si può perdere senza di lui”.

L’altro indiziato di poter dare una mano a De Luca, nel segreto dell’urna, è l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Raffaele Stancanelli, scartato dalla Meloni – nonostante una lunghissima militanza di destra – dalla corsa alla presidenza. Sarebbe stato una sintesi ideale per tutti i partiti, ma le sue posizioni No-Nello hanno finito per emarginarlo dall’interno: “Volete che un uomo come Raffaele Stancanelli, dopo quello che ha subito dal suo partito, non faccia una riflessione e dica alla fine De Luca lo conosco, è un bravo amministratore, perché non devo votarlo? Io dico grazie, perché se riesco ad andare oltre al 41%…”. La risposta elegante di Stancanelli, però, lascia poco spazio all’immaginazione: “Il mio amico Cateno corre con la fantasia perché io non faccio parte di nessun partito parallelo. E’ vero che mi ha offerto il caffè parecchi mesi fa lui, quando ho tentato di tenerlo ancorato al centrodestra, ma poi gli avvenimenti ci hanno superato. Oggi è candidato – aggiunge – e non posso ricambiare, lo farò in periodo non sospetto!”.

Ma la via tortuosa che porterebbe Cateno a palazzo d’Orleans passerebbe da altri accordi che il candidato di Sicilia Vera svela per la prima volta. “Il partito parallelo c’è. Alla fine pure Musumeci ci sarà, ha una necessità, dimostrare che senza di lui il centrodestra è morto”. E insiste: Vi assicuro che su Catania tante situazioni simpatiche si stanno verificando!”. Tipo? “C’è uno smottamento delle posizioni di Musumeci e io a Catania non esco primo, ma stravinco su Renato Schifani”. Da parte del cerchio magico del governatore uscente, in effetti, non hanno mai digerito la sua mancata ricandidatura. Le Faccette nere sognano in gran segreto lo sgambetto. Anche qui le ipotesi di voto disgiunto non sono trascurabili. Convogliare il voto su qualcun altro – Armao più di De Luca – potrebbe spalancare a Cateno le porte della presidenza. E nessuno smentisce la versione. Musumeci ritiene di non doverlo fare perché non ha mai considerato De Luca una cosa seria. Ma neanche i suoi numerosi profeti hanno aperto bocca. Ma vuoi vedere che davvero…?