Il giorno della sintesi sarà domani, a Roma, quando Matteo Salvini ha convocato le anime del centrodestra siciliano – eccezion fatta per Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima – allo scopo di limare i dettagli e arrivare a una soluzione condivisa (intanto) per le Amministrative di Palermo e Messina.

Ci saranno Salvini e Minardo per la Lega, Micciché e Ronzulli per Forza Italia, Saverio Romano per il Cantiere Popolare e Raffaele Lombardo, collegato in videoconferenza, per gli Autonomisti. Al momento la lista degli invitati non prevede altri ‘imbucati’. Sull’esito del vertice, che servirà senz’altro ad avviare una scrematura dei partiti, prevale un cauto ottimismo. Ci si è lavorato in questi giorni, nel corso di telefonate frenetiche da un capo all’altro dell’Isola; è un’operazione che Matteo Salvini ha tutto l’interesse a chiudere per dare una prospettiva alla campagna elettorale in vista delle elezioni del 12 giugno.

E’ abbastanza improbabile, al momento, che nel corso della sua discesa a Palermo di venerdì prossimo, per una nuova udienza sul caso Open Arms, il Capitano possa presentare il prossimo candidato sindaco della coalizione, come aveva ipotizzato lui stesso. Ma è assai probabile che dall’incontro di mercoledì verrà fuori il perimetro attorno al quale costruire la candidatura. Fermo restando che, data l’esclusione ormai certa di Fratelli d’Italia, qualsiasi discussione sulla presidenza della Regione – che la Lega, ad esempio, sperava di includere nello stesso ragionamento – dovrà slittare di almeno un paio di mesi, dopo le Comunali.

Fin qui il centrodestra punta su cinque candidati: la meloniana Carolina Varchi, il leghista Francesco Scoma, l’autonomista Totò Lentini, il forzista Francesco Cascio e l’ex rettore Roberto Lagalla, l’unico certo di essere in campo (avendo già firmato le dimissioni da membro della giunta di Nello Musumeci).