Dopo un altro estenuante dibattito, è stato approvato l’articolo 8 della Legge di Stabilità, che prevede l’utilizzo del fondo Jeremie per la ristrutturazione del debito delle imprese (prive di merito bancario) colpite dal Covid. Dopo aver bocciato l’impostazione iniziale del governo, l’Ars ha costretto il governo a una riscrittura. Ma dalla penna dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, è uscito l’ennesimo papocchio. L’aula, oltre a contestare le procedure farraginose per l’erogazione della spesa – utile a garantire finanziamenti a tasso zero per 15 o 20 anni – si è impuntata sull’ultimo paragrafo della norma, che prevedeva un investimento di 1,5 milioni per tre anni, a valere sul bilancio regionale, per attivare la convenzione con BEI, la banca europea degli investimenti. Ma a che servono questi soldi? Lo hanno chiesto ripetutamente i gruppi di maggioranza e opposizione, ma Armao – senza convincere i suoi interlocutori – ha semplicemente affermato che si tratta di “un plafond per possibili spese” sul cui utilizzo l’aula, in base a un sub emendamento proposto dal governatore Musumeci, sarebbe stata informata tramite report semestrali. Neanche la mediazione del presidente della Regione, però, ha fatto preso sull’Assemblea, che col voto segreto ha soppresso l’ultimo paragrafo, approvando poi la norma.

“Un emendamento farisaico del PD, che ha richiesto il voto segreto, sostenuto dai Cinque Stelle determina l’impossibilità di procedere alla stipula dell’accordo di finanziamento con la Bei – come attestato dal Dipartimento finanze -, perché viene meno la copertura delle spese eventuali, la cui previsione è stata ritenuta imprescindibile dall’Istituzione europea”, è stato il commento dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao.