Nuova stangata su Blutec: l’azienda di Rivoli, che aveva promesso mari e monti per rilanciare l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, dove 700 lavoratori sono in attesa di conoscere il proprio futuro, è finita nuovamente nei guai. I finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, infatti, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per 16 milioni di euro emesso dal Gip di Torino. Qualche mese fa lo stesso, identico provvedimento era stato emesso dai giudici di Termini Imerese, prima di essere annullato dal Tribunale del Riesame di Palermo. L’operazione del marzo 2019 aveva portato i due rappresentanti più alti di Blutec, il presidente del Cda Roberto Ginatta e l’amministratore delegato Cosimo Di Cursi, agli arresti domiciliari. L’accusa, ora come allora, è quella di aver distratto fondi pubblici – per un totale di 16 milioni – erogati da Invitalia (per conto del Ministero dello Sviluppo Economico), che sarebbero dovuti servire al programma di sviluppo di Termini Imerese, e alla riqualificazione del polo industriale (nella fattispecie, alla realizzazione di una nuova unità produttiva).

La Blutec spa, nel 2015, aveva sottoscritto un accordo di programma con i dicasteri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la Regione Siciliana e il Comune di Termini, per un importo complessivo di circa 95 milioni di euro, chiedendo agevolazioni pubbliche per oltre 71 milioni di euro (67 milioni per finanziamento agevolato e 4 milioni a fondo perduto). A partire dal dicembre 2016, sono stati erogati alla società circa 21 milioni a titolo di anticipazione, tutti provenienti dalla Regione Siciliana. Le indagini hanno consentito di dimostrare che almeno 16 di questi 21 milioni non sarebbero mai stati impiegati per i fini progettuali previsti, né restituiti a scadenza delle condizioni imposte per la realizzazione del progetto. Alcune spese sono state giudicate non ammissibili, in altri casi i fondi sono stati utilizzati per l’acquisto di beni (ad esempio software) impiegati a beneficio di altre unità produttive dell’azienda site fuori regione e non presso il polo industriale di Termini.

La revoca del finanziamento, avvenuta ad aprile 2018, non ha ottenuto il risultato sperato, cioè la restituzione delle somme da parte di Blutec. Di conseguenza, è stato disposto da Invitalia il blocco definitivo dell’erogazione dei restanti 50 milioni di euro di fondi pubblici. La situazione degli operai dell’ex Fiat, nei mesi scorsi, è stata sotto la lente d’ingrandimento. Ricevuti più volte dal ministro Di Maio, una buona fetta di lavoratori si è vista prorogare gli ammortizzatori sociali, anche se resta grande incertezza sul futuro. E un grosso punto interrogativo: sarà mai possibile rientrare in fabbrica?