La soluzione all’enigma del centrodestra potrebbe arrivare con l’esito delle primarie del campo largo. O poco dopo. Ma non tutti ci scommettono. Sono giorni di trattative frenetiche nella coalizione di governo, dopo la decisione – quasi all’unisono – di scartare la ricandidatura di Nello Musumeci. Anche se il vertice fra Matteo Salvini e i vertici della Lega siciliana è saltato a causa del momento istituzionale vissuto nella Capitale. Il leader della Lega, infatti, ha presentato un’istanza per il rinvio dell’udienza del processo Open Arms e il presidente della seconda sezione penale, Murgia, l’ha accolta. E’ saltato così il viaggio a Palermo previsto per ieri.

Il segretario del Carroccio avrebbe strappato a Berlusconi la promessa di un fronte comune sulla Sicilia, allo scopo di contrastare le eccessive pretese della Meloni. Il tavolo dei leader nazionali potrebbe tenersi entro il weekend, o al massimo nei primi giorni della prossima settimana. Ed è a quel punto che Salvini proverà a far valere la clausola No-Nello. Ne ha discusso con Raffaele Lombardo, volato a Roma per rafforzare l’asse col Carroccio. Secondo il racconto de ‘La Sicilia’, il Movimento per l’Autonomia – che ha presentato il nuovo simbolo e dato avvio alla campagna elettorale con la candidatura di Francesco Colianni a Enna – presenterà una propria lista. Mentre la Lega esporrà il simbolo di Prima l’Italia, nelle cui liste potrebbe confluire l’Udc.

Nell’attuale geografia del centrodestra, l’alternativa a Musumeci potrebbe essere appannaggio di Forza Italia (dato che FdI ambisce in primo luogo a ottenere la candidatura nel Lazio con Lollobrigida). Miccichè ha già fatto alcuni nomi: i più quotati sono quelli del senatore Renato Schifani e della deputata di lungo corso, Stefania Prestigiacomo. Anche Barbara Cittadini, presidente dell’Aiop, e Patrizia Monterosso, direttrice della Federico II, riscuotono consensi al centro. Ma pagano un tasso di popolarità certamente inferiore fuori da Palermo. Rimane in ballo il nome di Raffaele Stancanelli, che trova il riscontro di tutti i partiti della coalizione e potrebbe essere un’ottima moneta di scambio per evitare che Meloni si incaponisca su Musumeci. Che nel frattempo continua la campagna elettorale in giro per l’Isola: lunedì sarà a Gela per l’inaugurazione della mostra ‘Ulisse in Sicilia. I luoghi del mito’.

A Gela ha fatto tappa anche Cateno De Luca, che in queste ore ha annunciato il suo cammino in dieci tappe da Fiumedinisi a Palermo. Era stato il leader di Sicilia Vera, lanciatissimo in campagna elettorale, a fornire indiscrezioni circa un possibile ritorno in campo di Massimo Russo, ex assessore alla Salute del governo Lombardo. E’ un’ipotesi che resta in campo, come conferma Repubblica. Mentre il tentativo di Calogero Mannino di riunire i cespugli di centro per evitare l’estinzione non sembra aver trovato l’approvazione degli ex Dc. “Siamo su altre direttrici. Guardiamo alla direzione più che alla provenienza – è stato il commento laconico di Saverio Romano – Ci abbiamo provato un anno fa e sappiamo com’è andata a finire”. Più possibilista Cuffaro, mentre Lombardo è distratto dalle sirene salviniane: “Il tema tornerà d’attualità – promette – se le forze nazionali continueranno a considerare la Sicilia una cavia da laboratorio o peggio ancora una terra di conquista”.