Come evidente, l’astensione del partito di maggioranza relativa su un provvedimento cruciale del governo non poteva non avere conseguenze politiche. Altro che “Aventino tecnico”. L’Aula del Senato è il set dove si consuma il più classico finale di stagione di questo film, in un clima già da campagna elettorale. Quasi liberatorio di una situazione di costrizione in cui la politica si è trovata ingabbiata in questi ultimi anni. Il centrodestra è una curva contro i Cinque stelle, gioca facile con le battute, contro quei ministri che rimangono incollati alla poltrona, anche se il partito che li esprime non ha votato la fiducia. Scontata la richiesta di dimissioni (che resta in caso di verifica). E i banchi dei Cinque stelle sono una curva contro tutti, in un clima da revanchismo rispetto, udite udite, alle magnificenze del Conte 2. Prevedibile anche questo: con l’uscita dall’Aula Conte si è consegnato ai barricaderi. Ancora non ha capito che la sua leadership è già su un piano inclinato, perché scivolando su una linea di ritorno alle origini tornerà chi la interpreta meglio come Dibba. Continua su Huffington Post